A Ginostra, villaggio di Stromboli con una quarantina di anime divise tra isolani e una colonia di tedeschi (e non solo), scoppia un caso. Legambiente, con un esposto firmato dal presidente regionale Giuseppe Alfieri, contesta un progetto di un magnate svizzero radicato nell’agricoltura. Per l’organizzazione si tratterebbe di «uno scempio edilizio che sta sconvolgendo l’habitat naturale». L’esposto è stato anche inviato all’assessorato regionale dell’Ambiente e alla Soprintendenza di Messina, oltre che alla procura della Repubblica di Barcellona. I lavori sono eseguiti da Lukas Ruflin, che prima sbarcò a Ginostra da turista e poi nel 2006 vi comprò casa. Nel 2013 fondò l’azienda agricola «Costa Mandorla». Ruflin è il fondatore della finanziaria Leoteq che ha 500 dipendenti e nel 2022 ha generato un utile di 156,4 milioni di franchi svizzeri, confermando quello dell’anno precedente. Il progetto di «Costa Mandorla» per Ginostra prevedono il ripristino di due ruderi con cantine sotto terra, il riciclo dei materiali rimossi per creare muri di contenimento e terrazzamenti. Un intervento coperto interamente dall’azienda, senza finanziamenti pubblici. I progetti sono stati approvati dai vari organismi preposti. L’obiettivo è creare uliveti per l’olio, cappereti per produrre il miele dal «cucunciu» e mandorle a volontà. A Stromboli Ruflin ha comprato anche un immobile per la vendita diretta della produzione biologica ginostrese. Gli abitanti ricordano che nel 2019, quando bruciò l’isola a causa dell’eruzione, si salvò solo la zona dello svizzero perché pulita. Ma non tutti gli isolani sono dalla sua parte. Difatti, dal piccolo borgo sono partiti esposti firmati oltre che da alcuni abitanti, anche da tanti villeggianti e turisti che frequentano il villaggio, raggiungibile solo dal mare. «È da 10 anni - si limita a dire il magnate svizzero - che ricevo comportamenti cattivi da parte di turisti/residenti estivi e ora anche la denuncia di Legambiente. E soffriamo da quando abbiamo creato la società agricola nel 2013. ll borgo di Ginostra, spesso dimenticato ma sempre apprezzato, dove anche la famiglia Bulgari ha la sua bella villa, guarda adesso con apprensione all’eruzione del “presunto scandalo».