Il collegio giudicante del tribunale di Patti, nel Messinese, ha condannato in primo grado Gisella Cardia, 53 anni, la veggente di origini siciliane (viveva tra Patti e Capo d’Orlando) e che da cinque anni sostiene di parlare con la Madonna di Trevignano, a due anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, pena sospesa.
Il collegio giudicante presieduto dal dottore Mario Sanperi , giudici a latere Maria Teresa Gullino e Edoardo Zadenteschi hanno inoltre condannato a 5 anni di reclusione, Gaetano Caleca e Rosanna Giacalone , a 2 anni di reclusione, pena sospesa oltre alla veggente anche Rolando Bencini.
Il procedimento è scaturito dal fallimento della “Caleca Italia“, con sede a Patti, impegnata nel settore della produzione e commercializzazione di manufatti in ceramica. La donna dopo un percorso lavorativo da imprenditrice si è reinventata, e così ha cambiato anche "identità": da Maria Giuseppa Scarpulla, è diventata appunto Gisella (che sarebbe il diminutivo di Maria Giuseppa) Cardia (che arriva dal cognome del marito Gianni Cardia).
La donna era riuscita a convincere migliaia di persone a radunarsi intorno alla statua della Madonna di Trevignano, il piccolo Comune laziale sul lago di Bracciano, per vedere la statua piangere sangue. La veggente ha creato anche un'associazione alla quale i seguaci possono iscriversi previo pagamento di una tariffa minima di 50 euro.
L'inizio della vicenda giudiziaria risale al 21 febbraio 2013, a quando cioè Gisella non esisteva ancora perché era (ancra) l'imprenditrice Maria Giuseppa Scarpulla. Secondo l'accusa, la società della donna, la Majolica italiana, avrebbe stipulato con Giacalone, amministratore unico e liquidatore della società Ceramiche del Tirreno srl, insieme a Caleca, l'amministratore di fatto dell’azienda, un contratto d'affitto per un canone da 108mila euro l'anno, canone ritenuto incongruo e che avrebbe determinato il fallimento della società.
Adesso anche le lacrime della Madonna di Trevignano sono sotto la lente d’ingrandimento della Chiesa , sfociando in una vera e propria indagine per accertarne la veridicità . Sarà istituita infatti una commissione diocesana per una indagine previa della Chiesa. Ad annunciarlo è il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi: "Sto avviando un'indagine previa - dice - lo scopo è far piena luce sul fenomeno".
Caricamento commenti
Commenta la notizia