Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Lipari, bocciate altre 120 pratiche di condono edilizio

Dopo le 200 pratiche di condono edilizio bocciate alle Eolie dalla Soprintendenza di Messina, si è attivato anche il maggior Comune. L’Ufficio illeciti del Comune di Lipari diretto da Claudio Beninati ha già bocciato 120 progetti presentati da isolani, villeggianti e turisti e adesso seguiranno le ordinanze di demolizione con il ripristino dello stato dei luoghi. Gli interessati – tuttavia – potranno rivolgersi al tar di Catania e successivamente al Cga di Palermo per le contestazioni. È evidente – ad ogni modo – che è destinato ad aprirsi un contenzioso non indifferente perché i cittadini hanno già sborsato anche 10 mila euro a pratica agli enti preposti (Comune e Soprintedenza per il danno ambientale), a distanza anche di 20 anni ed è chiaro che eventualmente vorranno indietro i quattrini “lievitati”. La “querelle” è scoppiata non solo alle Eolie, ma in tutta la Sicilia dove gli interessati sono circa 100 mila, in conseguenza della sentenza n.252/2022 della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge con cui la Regione Sicilia nel 2021 aveva riaperto i termini per il condono edilizio delle opere abusive realizzate nelle aree sottoposte a vincoli idrogeologici, culturali e paesaggistici. La stessa Corte ha ritenuto le norme della Regione Sicilia lesive della riserva allo Stato della tutela dell'ambiente, «in quanto in contrasto con la normativa statale di riferimento», il decreto-legge 269 del 2003. La Corte, ha dichiarato inoltre incostituzionale con la sentenza 251, anche una disposizione che, in assenza di un piano paesaggistico elaborato congiuntamente dallo Stato e dalla Regione, consentiva l'ampliamento della superficie dei fabbricati da destinare ad attività agroturistiche. Anche la denuncia di inizio attività a distanza di anni potrebbe essere dichiarata inefficace e rendere abusive le opere compiute. L'ultima parola, adesso potrebbe spettare al governo centrale per sanare il vuoto normativo che è venuto a crearsi con la dichiarazione d'incostituzionalità emessa dalla stessa Corte.

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