“Dopo la lezione di diritto che ha dato la Corte Costituzionale alla Regione Sicilia sulla incompetenza a legiferare in materia di "condono edilizio nelle zone vincolate", il minimo che potrebbero fare gli esperti regionali, è quello di presentare le dimissioni in blocco. E non è tutto”. La requisitoria è dell’avvocato Salvatore Leone, tra i decani dei legali delle isole Eolie. La Soprintendenza di Messina ha già bocciato 200 pratiche di condono edilizio nel Comune di Lipari e 25 tra Santa Marina, Malfa e Leni, a Salina. “Oltre 100 mila saranno in tutta la Sicilia…”, è stato quantificato.
“Esistevano da anni, pratiche di condono edilizio - puntualizza il legale eoliano - presso gli uffici amministrativi, in attesa di essere esaminate. Adesso con la sentenza della Corte Costituzionale, tutto si è velocizzato. In un attimo sono state tutte esitate con le classiche frasi di stile del gravissimo danno ambientale. Si pensa a rigettare le istanze. Ma nessuno pensa come restituire i soldi del condono, che non sono pochi e che metteranno in crisi Stato e Comuni”.
Per le pratiche si è pagato anche 10 mila euro cadauno ed il periodo risale anche ad oltre 20 anni fa. Cifre – dunque – da lievitare per i rimborsi. “Anche se, la pratica quotidiana – spiega il professionista - insegna che lo Stato per restituire i "soldini" trova tutte le scuse per ritardare la restituzione con l'inoltro di documentazione inutile. Se non interverrà un pronto ed immediato intervento legislativo per regolare il vuoto normativo, oltre ai numerosi ricorsi amministrativi, si instaureranno anche altre cause in sede civile per il rimborso delle somme versate che han fatto cassa per la pubblica amministrazione.
Insomma un mondo per colpa di “qualcuno” che ha travalicato i limiti della competenza tra le funzioni della Regione e quella dello Stato. Ormai i cittadini non hanno più fiducia nelle istituzioni che senza l'uso di un condom infetterà ogni condono”.
La “querelle” – come già anticipato da Gds.it - è scoppiata non solo alle Eolie, ma in tutta la Sicilia dove gli interessati sono circa 100 mila, in conseguenza della sentenza n.252/2022 della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge con cui la Regione Sicilia nel 2021 aveva riaperto i termini per il condono edilizio delle opere abusive realizzate nelle aree sottoposte a vincoli idrogeologici, culturali e paesaggistici. La stessa Corte ha ritenuto le norme della Regione Sicilia lesive della riserva allo Stato della tutela dell'ambiente, «in quanto in contrasto con la normativa statale di riferimento», il decreto-legge 269 del 2003.
La Corte, ha dichiarato inoltre incostituzionale con la sentenza 251, anche una disposizione che, in assenza di un piano paesaggistico elaborato congiuntamente dallo Stato e dalla Regione, consentiva l'ampliamento della superficie dei fabbricati da destinare ad attività agroturistiche. Anche la denuncia di inizio attività a distanza di anni potrebbe essere dichiarata inefficace e rendere abusive le opere compiute. L'ultima parola, adesso potrebbe spettare al governo centrale per sanare il vuoto normativo che è venuto a crearsi con la dichiarazione d'incostituzionalità emessa dalla stessa Corte.
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