Messina

Domenica 17 Novembre 2024

Etna, monitoraggio delle ceneri per rendere più efficiente l'aeroporto e più sicure le strade

Il Castello di Milazzo

La necessità di un costante controllo dell’emissione di ceneri dall’Etna per rendere più efficiente il trasporto aereo è stata sottolineata nel corso di un incontro a Milazzo da Salvatore Magazù, docente del Dipartimento di Scienze matematiche e informatiche, scienze fisiche e scienze della Terra (Mift) dell’Università di Messina. «La frequente attività esplosiva - gha detto il professore - del vulcano Etna, con quasi 200 eruzioni documentate negli ultimi 30 anni, evidenzia l’esigenza di effettuare un efficiente monitoraggio dei fenomeni di emissione, trasporto e ricaduta delle ceneri vulcaniche, al fine di organizzare le attività necessarie alla pianificazione del traffico aereo e alla gestione ottimizzata della viabilità. In particolare, con il progetto Secesta via Safe, si è creato un sistema distribuito di osservazione e misura del trasporto e della ricaduta al suolo della cenere vulcanica che consente di migliorare l’operatività dell’aeroporto internazionale di Catania, minimizzando i tempi di pulizia delle piste e delle aree di parcheggio, potenziando inoltre la sicurezza del traffico aereo in arrivo e in partenza». L’Ateneo messinese in collaborazione con l’Aeronautica ha deciso difatti di organizzare un workshop di due giorni al Castello di Milazzo, in previsione della Giornata mondiale della meteorologia il pomeriggio di domani e il 24 marzo. «La conoscenza della quantità e delle caratteristiche della cenere che ricade sul territorio urbano e suburbano - spiega Magazù - permette di operare una rapida ed efficiente rimozione della cenere vulcanica dalle strade e dalle aree urbane pavimentate. Il risultato è un significativo miglioramento della sicurezza stradale, a causa della notevole scivolosità prodotta dalla permanenza del particolato vulcanico sul manto stradale, e della salute della popolazione residente nelle aree soggette alla ricaduta della cenere vulcanica». «La data dell'istituzione dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), il 23 marzo 1950, è stata scelta - spiega il docente universitario - come Giornata mondiale della meteorologia. L'Omm propone ogni anno un tema, che per l’anno 2023 riguarda “Il futuro del tempo, del clima e dell'acqua attraverso le generazioni”, e questo giorno viene celebrato in tutti i paesi membri. L’Università di Messina, assieme al personale del Servizio meteo del Comando aeroporto Sigonella dell'Aeronautica militare italiana, da lungo tempo collaborano nell’ambito delle previsioni meteorologiche in ambito regionale e, come da tradizione oramai consolidata, celebrano la Giornata mondiale della meteorologia del 23 marzo ogni anno. A ciò si aggiunge il fatto che quest’anno ricorre il centenario della costituzione dell'Aeronautica militare 1923-2023, per cui la Giornata ha una importanza ancora più significativa». Relatori dell’evento di giorno 23 sono, oltre a  Magazù, Maria Teresa Caccamo (anche lei del Mift dell’Università di Messina), il tenente colonnello Alessandro Maccagnano, il capitano pilota Antonello Calabrese, il tenente colonnello Franco Colombo dell’Aeronautica militare e il giornalista scientifico Gianluca Rossellini. L’evento sarà aperto al grande pubblico. Si discuterà in particolare il modello di previsioni meteo Wrf-UniMe sviluppato dall’Università di Messina e del progetto Po Fesr Sicilia 2014/2020 Secesta ViaSafe, del quale è referente scientifico per l’Università di Messina proprio il professor Magazù. Il progetto Secesta, i cui esecutori sono Pmf (capofila), Swing:It, AionLab, Ingv, Gest, Ergotronica, Università di Catania e Università di Messina, si occupa per l'appunto della realizzazione di una rete di monitoraggio della ricaduta di cenere vulcanica dell'Etna e della relativa gestione della mobilità nel territorio etneo. Per l'autostrada A18 (Messina-Catania), si lavora infine allo sviluppo di un tempestivo sistema di riduzione della velocità massima dei veicoli circolanti, in funzione della cenere che cade nel corso di fenomeni vulcanici, per evitare i numerosi incidenti occorsi negli ultimi anni, di cui alcuni mortali. «I risultati ottenuti da tutti i partner in seno al progetto Secesta – conclude Magazù - rappresentano una solida base per lo sviluppo di una piattaforma informatica idonea a utilizzare, in tempo quasi reale, le informazioni raccolte dal sistema di monitoraggio del fenomeno di ricaduta della cenere al suolo. L'integrazione del sistema di misura realizzato durante il progetto con ulteriori soluzioni sensoriali, piattaforme di elaborazione dei dati misurati e modelli predittivi del trasporto in atmosfera e dell'accumulo al suolo della cenere vulcanica, consente di sviluppare una serie di servizi per rendere più efficiente e sicura la mobilità nell'area metropolitana di Catania, usufruendo di un sistema efficace ed affidabile di monitoraggio permanente del fenomeno di ricaduta della cenere vulcanica. L’Università di Messina in seno al progetto si è occupata in misura prevalente di un aspetto specifico che riguarda lo sviluppo del modello di previsione meteo designato Wrf-Unime». Tra gli interventi previsti per il 24 marzo sono da segnalare quello di apertura lavori tenuto da Bruno Andò dell’Università di Catania, quello di Mauro Coltelli dell’Ingv di Catania, quello di Franco Colombo dell’Aeronautica Militare e quello di chiusura ancora di Magazù.

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