Al centro dialisi dell'ospedale di Lipari, sotto la guida di Salvatore Messina, è stata eseguita una dialisi d'urgenza per un vacanziero messinese, di 78 anni, sbarcato sull'isola e ospite di parenti di Lipari. Domenica notte l'uomo si è ritrovato in stato comatoso, disidratato e anurico in pronto soccorso. Per l'intervento urgente il medico ha operato con la collaborazione delle anestesiste Giovanna Servia e Marina Venica, della dottoressa Monica Mazza del pronto soccorso, della capo sala Antonella Portelli e delle infermiere Giusi Portelli, Mascia Boltin e Daniela Picone. Dopo il trattamento, con le condizioni in netto miglioramento, l'uomo è stato ricoverato nel reparto di medicina.
Il centro dialisi annualmente garantisce oltre che ai pazienti eoliani che arrivano dalle isole minori, sedute dialitiche anche a turisti sia italiani che stranieri. In media, sono 25 nel periodo fra maggio e ottobre. Servizio garantito nonostante vi sia un organico carente con due soli dirigenti medici, Salvatore Messina e Concetta Gerbino, e solo tre infermiere su cinque, previste in pianta organica.
Intanto, all’ospedale di Lipari è a rischio chiusura l'ambulatorio di oncologia. Lo segnala Danilo Conti, portavoce del Comitato spontaneo Amici dell’Ospedale. «Lanciamo l’allarme – dice - sulla possibile chiusura a fine maggio del servizio ambulatoriale di oncologia. Un servizio che piuttosto andava implementato e completato con la possibilità di terapie infusionali in loco e che invece rischia di essere perduto se non tutelato. Sarebbe un vero peccato dopo tanto lavoro svolto per farlo attivare e riattivare dopo l'inspiegabile sospensione del 2022. Da quanto ci è stato riferito, i medici non vogliono più venire a prestare servizio, dovendo lavorare in condizioni precarie, senza potere esprimere la propria professionalità. Si aggiungono le difficoltà di prenotazione al Cup, che abbiamo già segnalato e che sembra concorrano a lasciare spesso deserti gli ambulatori nei giorni di visita, dirottando piuttosto l'utenza verso altri centri della terraferma».
Frattanto, l'elisoccorso va avanti e indietro. Si è reso necessario ben tre volte per un isolano con frattura al femore ricoverato a Milazzo, poi per un problema cardiologico al Papardo e sempre a Messina per un problema urologico.
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