La Corte d’appello di Messina ha confermato 22 anni di condanna a Luigi De Domenico 59 anni, per omicidio volontario, accogliendo la richiesta dell’accusa e delle parti civili. L’uomo era imputato di aver contagiato la compagna, nascondendole la positività all’Hiv anche quando lei si ammalò. La donna, un noto avvocato messinese, morì di Aids tra atroci sofferenze qualche anno dopo, lasciando un figlio piccolo. La sentenza di primo, a metà dello scorso anno, è arrivata dopo un processo bis, chiesto dalla Cassazione che aveva annullato il verdetto sulla scorta del caso dei così detti «giurati over 65». De Domenico anche nel primo processo era stato condannato a 22 in primo grado ma poi ha registrato l’annullamento in appello nel dicembre del 2022 perché i giurati che componevano la corte avevano superato i 65 anni d’età. Una problematica superata da un pronunciamento della Cassazione su un caso analogo avvenuto a Palermo in un processo di mafia. I giudici della Cassazione hanno deciso infatti che per i giurati che compongono le corti d’Assise è il momento della designazione che conta per il requisito dei 65 anni, e non quello del momento della sentenza.