Aveva appena 8 anni la bambina che ieri mattina è morta al Policlinico dove era stata portata d’urgenza dai genitori. Era arrivata nella notte tra sabato e domenica. Subito è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva pediatrica e sottoposta alle prime cure. I medici hanno fatto di tutto per strapparla alla morte. Purtroppo ieri mattina, intorno alle 4,15, il cuore della piccola Francesca Galletta ha cessato di battere.
A strapparla all’affetto dei suoi genitori che non l’hanno mai lasciata sola, sarebbe stato uno shock settico provocato da un batterio particolarmente aggressivo che non le ha lasciato scampo. Questo quanto emergerebbe dai primi esami per cercare di spiegare una morte così improvvisa quanto inaccettabile ma, sono in corso ulteriori accertamenti per capire l’origine dell’infezione che non ha lasciato scampo a Francesca. Domani, alle ore 15.30, nella Basilica Cattedrale, l'ultimo saluto alla piccola e una città che si stringerà attorno alla famiglia Galletta.
La tragedia, che segna profondamente una famiglia messinese facendola precipitare in un dolore senza fine, si è consumata nel giro di poco tempo. La piccola, infatti, stava male da alcuni giorni.
Sembra che giovedì scorso aveva iniziato a sentirsi male mentre si trovava a scuola, all’istituto Gallo di via Natoli. Aveva la febbre molto alta, i genitori allarmati avevano chiesto anche l’intervento a casa del pediatra ma, nonostante le cure, le medicine, la febbre continuava a restare alta e la situazione critica. Nella notte di sabato scorso i genitori hanno portato la bambina al Policlinico dove è arrivata con disidratazione e la febbre, quindi il ricovero nel reparto di terapia intensiva pediatrica. Purtroppo le condizioni della piccola sono rimaste sempre molto serie. Poco prima dell’alba di ieri il tragico epilogo che ha spezzato per sempre tutte le speranze.
La notizia è arrivata alla scuola Mazzini - Gallo come un fulmine a ciel sereno gettando nel dolore e nello sconforto la preside ed i docenti. La piccola, che a dicembre avrebbe compiuto nove anni, frequentava l’istituto scolastico e si era fatta apprezzare per la generosità e il buon cuore. Tutti la ricordano come una bambina solare, molto amata, generosa, era come una ventata di gioia che portava allegria e serenità. «Era una bambina tanto amata» ricorda la preside, Enrica Marano, parecchio colpita, come tutta la scuola dalla tragedia.
«Siamo sconvolti- aggiunge - è il secondo lutto nel giro di due mesi, un’altra nostra alunna, Martina, ci aveva lasciato alla fine di agosto a causa di un tragico incidente stradale ed oggi, purtroppo, ci ha lasciato Francesca». Il primo pensiero è stato per i genitori della bambina e per i compagni di classe che preside e insegnanti hanno voluto tutelare. Difficile, infatti, gestire un dolore così grande e trovare le giuste parole per parlare a bambini così piccoli.
«Siamo attoniti - prosegue la dirigente scolastica - stiamo cercando il modo per poter entrare in classe per parlare ai bambini e spiegare cosa è successo. I genitori dei compagni di classe sono stati subito informati. Abbiamo chiesto di essere loro, per primi, a trovare il modo più adatto, nell’intimità della loro casa, di parlare con i figli ed informarli di quanto accaduto. Ci siamo premurati di evitare che vengano a saperlo per caso, abbiamo cercato di proteggerli il più possibile ma fin da subito ci dovremmo mettere al lavoro, insieme alle famiglie per trovare un modo per parlare della scomparsa improvvisa e inaspettata della loro compagna, una bambina tanto amata. Penso che sarà un compito arduo».
Trattiene a stento le lacrime anche la vice preside Rosaria Oteri, insegnante di Francesca fin dalla prima elementare. «La chiamavo lo scricciolo della classe, era un sole, un piccolo sole che illuminava tutti» racconta con un filo di voce.
«Era una bambina solare- ricorda - buona, lo scricciolo della classe, era pronta ad aiutare i compagni e poi portava gioia nella nostra classe allegria, serenità. Era il nostro piccolo sole». Difficile per tutti affrontare una realtà inattesa e dolorosa: «Non posso accettare una tragedia simile- prosegue - non so accettarla, l’unica cosa che mi sento in grado di fare in questo momento è stare vicino alla famiglia ed alla sorella, anche lei è stata una mia alunna, due sorelline che sono nel mio cuore».
Infine la consapevolezza di dover parlare con gli altri alunni: «È difficile tornare in classe - conclude la vice preside- ma so che lo devo fare perché è il mio lavoro ed anche per gli altri bambini».
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