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L'omicidio Bottari a Messina, il pm: «L’intreccio di quei rapporti ha costituito un ostacolo»

«L’omicidio matura in un contesto ambientale caratterizzato da complessi rapporti personali, professionali ed affaristici, e in una difficilissima fase storica della vita della città». Così la procuratrice aggiunta di Messina, Rosa Raffa, a 27 anni anni dell’uccisione del professore Matteo Bottari, docente di Endoscopia digestiva dell’università, assassinato la sera del 15 gennaio del 1988 con un colpo di fucile caricato a pallettoni, parla, con la Gazzetta del Sud, del delitto sul quale indagò, per tre anni, da sostituta della Dda, dal 2006 al 2009.

La Pm parla di «rapporti, talvolta opachi» emersi che «risultavano così inestricabilmente connessi da rendere difficilissima l’individuazione di un elemento, di uno spunto che potesse indirizzare l’indagine o fondare una seria ipotesi investigativa».

«L’intreccio di quei rapporti - aggiunge - ha costituito l’ostacolo fondamentale alla individuazione di un movente. Di volta in volta emersero causali, anche non gravi, talora contraddette da altri elementi, spesso sovrapponibili». Sugli sviluppi dell’inchiesta ricorda di «avere provato, nettissima, la sensazione che per la comunità cittadina riferibile ai settori di interesse del professore Bottari, le indagini costituissero un problema, un’attività in cui i magistrati dovevano essere lasciati soli ad occuparsene».

«Gli ambienti in cui operava e si muoveva il professore Bottari - aggiunge - volevano prendere le distanze dalla vicenda, come se dall’approfondimento delle investigazioni potessero emergere conseguenze destabilizzanti per altri, consolidati, equilibri».

La vedova del professore Bottari, Alfonsetta Stagno d’Alcontres, ricorda con la Gazzetta del Sud quel giorno e di «non avere ancora una risposta» sulla morte del marito e neppure di «essersi fatta un’idea». Sulle indagini vorrebbe sapere se «c’è qualche spunto dal quale poter ripartire, andare avanti, cercare di comprendere», anche se, dopo 27 anni, «non lo so... veramente... che cosa possono fare, perché probabilmente anche molte persone di quelle che c’erano un tempo, non ci sono più...», ma «se le riaprono ben venga, se si riesce a trovare qualcosa dico, sarebbe chiaramente importante».

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