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“Ficarra Contemporay Divan”, al via la seconda "Residenza d’artista" con Lois Weinberger

Fino al 29 agosto l’artista austriaco Lois Weinberger è infatti ospite d’eccellenza del paese di Ficarra, dove sta lavorando a un progetto specificatamente ideato sul territorio e realizzato con maestranze e materiali locali

Lois Weinberger e Mauro Cappotto

FICARRA. Ha preso il via la seconda Residenza d’artista di “Ficarra Contemporary Divan”, il progetto di arte contemporanea promosso da “La Stanza della Seta – Museo Palazzo Milio” con il Comune di Ficarra e la direzione artistica di Mauro Cappotto.

Fino al 29 agosto l’artista austriaco Lois Weinberger è infatti ospite d’eccellenza del paese di Ficarra, dove sta lavorando a un progetto specificatamente ideato sul territorio e realizzato con maestranze e materiali locali. La residenza è seguita dal curatore senior Lorand Hegyi. A breve, avrà inoltre inizio la seconda Summer School con 10 giovani artisti italiani, coordinata dal curatore junior Vincenzo Estremo.

Il progetto “Ficarra Contemporary Divan” – che ha come partner tecnico la Fondazione Brodbeck – ha fra i suoi protagonisti anche l’artista portoghese Hugo Canoilas.

La presenza a Ficarra dei due artisti è accompagnata da una serie di eventi culturali, in un’ottica di promozione del territorio, delle sue eccellenze e delle numerose potenzialità che è possibile sviluppare anche attraverso l’arte contemporanea.

«Con l’inizio della residenza di Lois Weinberger, che si aggiunge a quella di Canoilas - dichiara Mauro Cappotto, direttore artistico del progetto - nel paese di Ficarra si assapora sempre più un’atmosfera vivace e produttiva che coinvolge l’intera comunità. Weinberger ha già iniziato a lavorare fra le stanze del Museo Palazzo Milio e la campagna circostante Ficarra, operando in stretto rapporto con la natura».

«Il mio progetto, intitolato “Neophyt”, – spiega Weinberger - è una ricerca artistica sulla vegetazione spontanea del luogo; le piante sono creature che interagiscono con tutti i sistemi flessibili che ci circondano; le piante viaggiano, e il mio lavoro riguarda proprio il loro spostamento, i processi migratori, l’essere stranieri. Io stesso sono uno straniero qui e devo confrontarmi con questa condizione, sperimentando le differenze.

Considero questi spostamenti come atti poetici e politici, o anche come una politica poetica, dove la poesia è intesa sia come un’espansione a più livelli, sia come una condensazione».

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