LIPARI. Sui fondali della secca di Capistello, a Lipari, i sub della Soprintendenza del mare hanno recuperato un braciere commemorativo del terzo secolo avanti Cristo. L'operazione è stata diretta dal sovrintendente Sebastiano Tusa con la collaborazione della Guardia costiera. Nel tratto di mare, a una sessantina di metri, giace il relitto di una nave affondata circa 23 secoli fa e rinvenuto nel 1966 da Giovanni e Beppe Michelini, Enzo Sole e Santo Vinciguerra nel corso di un'immersione per la ricerca del corallo tra Lipari e Vulcano. Da quel momento iniziarono reiterati tentativi di saccheggio che, per l'elevata profondità, qualche volta si conclusero tragicamente, al punto che il sito fu denominato quello del «relitto maledetto». «L'indagine scientifica - spiega il professor Gianfranco Purpura dell'Università di Palermo - fu avviata anche per far cessare i recuperi clandestini, avvalendosi del gruppo dei rinvenitori; ma la missione dell'istituto archeologico germanico di Roma, che aveva avuto affidata la direzione dello scavo, fu sospesa poco prima che iniziasse per un incidente in cui persero la vita Helmut Schlaeger, direttore dell'Istituto, e Udo Graf, suo giovane assistente».