MESSINA. Mangiavano bene e vivevano una vita sana, scandita dai ritmi semplici di Piraino, piccolo paese della provincia di Messina, tra il XVIII e il XIX secolo. Le indagini sulle mummie di 26 sacerdoti custodite nella chiesa madre hanno infatti rivelato una relativa longevità nei soggetti, almeno per quei tempi: dai 50 agli 80 anni. Le malattie che affliggevano i religiosi erano di natura ossea, dovute anche a un’alimentazione iperproteica, a base di proteine animali soprattutto derivanti dalla carne, considerata un alimento nobile. Sono i risultati dello studio radiologico sulle mummie di Piraino, condotto da un gruppo di ricerca internazionale e diretto dall’antropologo Dario Piombino-Mascali nell’ambito del Progetto mummie siciliane. Dal punto di vista storico, i dati archivistici forniti dall’antropologo Marcello Mollica, dell’Università di Friburgo, hanno rivelato dettagli come età e caratteristiche sulle storie individuali. Come arcipreti, infatti, gli ospiti della cripta godevano di una sepoltura costosa e privilegiata, fondata dall’arciprete Antonio Scalenza nel 1771. Le indagini radiografiche sono state condotte direttamente in loco con il contributo di National Geographic, di cui Dario Piombino-Mascali è esploratore.