ROMA. Nella sua ricerca continua (in inglese si direbbe "quest") di nuovi approdi musicali, Carmen Consoli ha fatto tappa a Roma, alla cavea dell’Auditorium Parco della Musica, in un’estate intensa in cui si è già esibita insieme a Daniele Silvestri e Max Gazzè, col quale ha già in programma due concerti in settembre. Aspettando il concerto del 9 agosto a Tindari, Carmen a Roma si sente a casa e la corrente emotiva stabilita con il pubblico è stata uno degli elementi portanti di un concerto che l’artista catanese ha affrontato con una concentrazione assoluta. Ad accompagnarla una formazione composta da Emilia Belfiore violino, Adriano Murania violino e viola, Claudia della Gatta al violoncello, Alessandro Monteduro alle percussioni, Concetta Sapienza ai fiati, Giuseppe Carmelo Spampinato alla tromba, e Massimo Monteforte, chitarra e bouzouki, che suona con lei da sempre, «fin da quando ci vedevamo per arrangiare le prime canzoni che scrivevo». Ciò che colpisce di lei è la sua capacità di progredire, di cercare, attraverso lo studio, di esprimere in modo nuovo e originale la sua idea di musica pescando in un contesto di riferimenti che, per usare le sue parole, vanno dai Sonic Youth a Ornella Vanoni, dalla Sicilia e la musica popolare alla Classica a Joni Mitchell che ha omaggiato con una bella versione in solitudine di «Little Green». Carmen Consoli ha un carisma naturale, è al tempo stesso rocker e direttrice d’orchestra, ha il dono dell’originalità e un controllo assoluto del palco, dove è attentissima ai dettagli. Canta con la consapevolezza di chi sa bene come mettere la tecnica al servizio dell’emozione e ormai è una chitarrista di ottimo livello: era uno spettacolo nello spettacolo vederla manovrare con le sue eleganti scarpe dorate dal tacco altissimo la pedaliera degli effetti della chitarra. La scaletta rilegge le tappe principali della carriera in delicato equilibrio tra eleganza della confezione ed emozione, con la giusta attenzione alle dinamiche e una scansione per cui le esecuzioni con la band al completo si alternano a quelle in solitudine o insieme all’amico di una vita, Massimo Monteforte. "Mio Zio», «Mandaci una cartolina», «L'ultimo bacio», «Fiori d’arancio», «Maria Catena», «Geisha», «Parole di burro», «Amore di plastica», «Confusa e felice» fino alla conclusiva «In bianco e nero» sono alcuni dei titoli di un concerto ad alta intensità che è l’ennesima conferma di una personalità unica nel nostro panorama.