«È stata un’edizione straordinaria per l’affluenza di pubblico che ha caratterizzato tutti gli eventi, anche quelli con temi legati a discipline più specialistiche o di approfondimento. Un evento capace di incidere sull’innalzamento dei livelli di lettura, nel segno di una rinascita dei consumi culturali, una grande festa attorno ai libri, agli autori e al pubblico», dice Antonella Ferrara, ideatrice e direttrice di Taobuk, e molto soddisfatta in conclusione della dodicesima edizione, arricchita dalla visita del presidente della Repubblica Mattarella, venuto a Taormina appositamente per Taobuk.
Un’edizione in cui si è dato ampio spazio a letteratura, scienza, cinema, arte, medicina, filosofia, digitale e anche Europa, geopolitica, formazione dei giovani. Cosa ti proponi per la prossima edizione?
«Questi momenti a caldo sono quelli più preziosi per mettere a fuoco eventuali criticità o settori o aree da trasformare. Nulla come la materia viva del contatto con il pubblico, dà stimoli e opportunità per migliorare. Il dato positivo è che siamo riusciti a dare emozioni, perché la scelta degli ospiti, provenienti da venti diversi Paesi, è stata internazionale più che mai. Ogni edizione si rivela un laboratorio di idee da sviluppare. Sul panel dedicato all’umanesimo industriale, ad esempio, è nata l’idea di creare l’anno prossimo un settore dedicato al management dell’industria e poi di aprire una sezione al Cnr, una collaborazione con la Carrozza e con la Luiss per creare a Taormina un osservatorio sulla scienza, come già per la geopolitica».
E rispetto alle edizioni precedenti, cosa si può dire?
«È aumentato il flusso di pubblico dei lettori, un pubblico eterogeneo per estrazione culturale, anagrafica e anche territoriale e si è aggiunta una frangia di operatori professionali che hanno seguito vari panel. Ma uno dei temi forti di questa edizione, con la presenza del sottosegretario Moles, è stato quello incentrato sulle problematiche e sulle istanze che riguardano tutto il ciclo vitale del libro. Già dallo scorso anno con il Patto per la lettura che ha raggruppato tutti i Patti d’Italia, Taobuk si è confermato come piattaforma di dibattito sulle istanze del mondo della letteratura, dell’editoria e della produzione letteraria».
Un’edizione che ha visto il suo apice con Mattarella...
«Il festival si era posto un obiettivo, poter contribuire alla centralità culturale della Sicilia, scritta da sempre nelle sue note geografiche e culturali. Noi vogliamo procedere nel solco di questa eredità. Il presidente, invitato con precise coordinate culturali, e con l’istanza di una rinascita culturale della Sicilia partendo da Taormina, ha dato con la sua presenza una sorta di consacrazione del lavoro di dodici anni».
Il presidente, Verga, Isgrò, la cancellazione dei Malavoglia e la farfalla. Come si legano?
«Sono partita da Verga, e mi sono chiesta se il maestro Isgrò, dopo aver cancellato la Costituzione e i Promessi Sposi non potesse farlo con i Malavoglia, così gli ho fatto avere, come da lui richiesto, la prima edizione digitalizzata dei Malavoglia. Ne è nata questa installazione che guarda l’Etna, un pezzo unico realizzato per Taobuk con un amalgama di marmi, un’opera importante finanziata dalla Fondazione Sicilia. E la farfalla, che nella scultura è sovrapposta alla cancellatura, in un messaggio di speranza, è una scelta anarchica dell’artista per cancellare il senso di rassegnazione che pervade i Malavoglia, e trasformarlo in levità».
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