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Alle Eolie torna Volcanic Attitude, viaggio visionario tra vulcani sottomarini e «cieli perduti»

Terza edizione del festival che coniuga arte e scienza: performance e installazioni degli artisti a confronto con le teorie dei ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e dell’Istituto di Biologia Marina

Le alte-profondità è il sestante di questa edizione di Volcanic Attitude tra Napoli e le isole Eolie. Dagli abissi marini alle costellazioni siderali un viaggio visionario tra vulcani sottomarini, studi sul mare più e il loro ruolo nel cambiamento climatico, uno sguardo verso le profondità dei «cieli perduti» e sentendo l'intemperanza della terra vulcanica sotto i nostri passi.
Le opere performative e le installazioni di artiste e artisti italiani e internazionali dialogheranno con gli interventi di ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e dell’Istituto di Biologia Marina.

Torna il Festival Volcanic Attitude, giunto alla terza edizione e che nasce dalla volontà di creare una piattaforma culturale che metta in dialogo artiste e artisti, ricercatori, ricercatrici e scienziate e scienziati nell’esplorazione dei territori vulcanici, del Vesuvio a Napoli, di Vulcano alle Isole Eolie e dei vulcani emersi e sommersi dell’arcipelago eoliano.
L’intreccio tra arte e scienza accompagna l’esperienza del viaggio da Napoli a Vulcano aperto a tutti i curiosi e gli appassionati di vulcani, abissi marini e culture contemporanee.
Il programma dell’edizione 2024 offre ogni giorno una tappa diversa di riscoperta del territorio, accompagnata da conversazioni di approfondimento e momenti di convivialità.
Gli artisti Nikolaus Gansterer, Mariella Greil, Peter Kozek, Lucie Strecker, Victor Jaschke attivatori della ricerca «Shaken Grounds. Seismography of Precarious Presences» riesplorano, nella transdisciplinarietà di una conferenza performativa, il ruolo degli artisti come sismografi per allenare la percezione dell'interconnessione tra l'uomo e un ambiente geologico imprevedibile.
Da Napoli si parte via mare a bordo della Nave Laurana del Gruppo Caronte & Tourist, in rotta verso l’isola di Vulcano, meta centrale del Festival. Il viaggio in nave è un altro elemento connotativo del Festival; nella serata si proietta 1000 Vulcani racconto fotografico di Emilio Messina, fotografo e documentarista, in dialogo con Gianfilippo De Astis , Vulcanologo di INGV, con approfondimento su Il Marsili vulcano sommerso, vulcano che s’incrocia sulla rotta di navigazione.

Fino a venerdì 21 giugno, Vulcano sarà teatro ambientale di performance artistiche, laboratori, conferenze scientifiche e conversazioni tra artiste e artisti, ricercatrici e ricercatori aperte al pubblico con cui il Festival intende condividere una dimensione non turistizzante dell’isola.
Prevista sull’isola di Vulcano con la salita al cratere La Fossa, guidata dall’artista Ignazio Mortellaro, un’azione collettiva processionale fino al tramonto, Hymn to the stone I (ascent to Vulcano).
Il 20 giugno nella mattinata s’inaugura Quadrantidi, installazione ambientale dell’artista Riccardo Arena, presso la Baia di levante - Acque Calde, che ospiterà una conversazione Mappare i vulcani: Unrest e la storia eruttiva, del vulcanologo dell’INGV Gianfilippo de Astis.
Alle 19 un nuovo appuntamento con la performance dell’artista Loredana Longo, BLACK PHOENIX, al moletto spiaggia Sabbia Nere, Baia di Ponente.

La giornata conclusiva del 21 giugno si avvia con Storie Endemiche, installazione fotografica e laboratorio con gli studenti del Liceo Scientifico di Lipari condotto dal fotografo Filippo Romano, che indaga la memoria identitaria di Lipari e di Vulcano nelle connessioni meno note con paesaggio, in dialogo con Pietro Lo Cascio, naturalista ed esperto eoliano.

Nel pomeriggio alle 17 è prevista una salita al Cratere La Fossa, costante presenza in questa edizione, dove si terrà l’intervento sulle profondità marine, Il DEEP in Mediterraneo: prospettive future, con Nancy Spanò Biologa Marina Unime.
La discesa dalla cima del vulcano concluderà l’esperienza del festival regalando ai partecipanti un’ultima performance filmata di Lucie Strecker, Mariella Greil, Peter Kozek, del progetto di ricerca austriaco Shaken Grounds in collaborazione con Victor Jaschk dal titolo Trembling Teorema: A live re-enactment of Pasolini's final scene from the 1968 film.

Nella foto  di Emilio Messina la performance di  Matteo Nasini "Splendore neolitico" al cratere La fossa di Vulcano

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