Si è conclusa con la premiazione a Santa Marina Salina la XVIII Edizione del SalinaDocFest, fondato e diretto da Giovanna Taviani, da quest’anno affiancata nella direzione artistica da Antonio Pezzuto. Non poteva mancare in una edizione sulla Libertà, un omaggio al cinema dei Fratelli Taviani, sin dalle origini nel comitato d’onore del Festival, in memoria della recente scomparsa di Paolo, avvenuta il 29 febbraio scorso. Si sono mostrate al pubblico alcune pietre miliari del loro cinema come San Michele aveva un gallo, Padre Padrone, La Notte di San Lorenzo, Kaos e Cesare deve morire. Film che hanno indagato il rapporto tra libertà e rivoluzione, natura e Storia. Il concorso costituito da sei documentari, tra i migliori dell’ultimo anno selezionati da Paola Cassano, Ivelise Perniola, Antonio Pezzuto e Giovanna Taviani, sul tema «Libertà Come essere Liberi».
La giuria per il concorso del documentario narrativo, formata dalla regista Firouzeh Khosrovani, dal produttore Andrea Occhipinti e dalla regista e attrice Kasia Smutniak ha assegnato i seguenti premi: Il Premio Palumbo Editore Miglior Documentario in Concorso a Bosco Grande di Giuseppe Schillaci, la storia di un tatuatore palermitano di 260 kg, mito della cultura punk della città fin dagli anni Ottanta. La motivazione del premio recita: «Un documentario che racconta con affetto e ironia il dolore profondo di un anomalo protagonista della scena punk palermitana degli anni ’80, le mancanze, gli eccessi e la vita di Sergione, un uomo di 250 chili che non ha mai lasciato il suo quartiere Bosco Grande. Una storia struggente raccontata con maestria da Giuseppe Schillaci, che è riuscito a creare un grande racconto che emoziona, fa riflettere e lascia il segno. Il cinema che ci piace». Il Premio Media Fenix al Miglior Montaggio a La Canzone di Aida opera prima di Giovanni Princigalli, su una bambina, poi ragazza e infine donna, che vive la propria vita in un campo Rom di Bari. La motivazione del premio: «Per il modo con il quale è riuscito ad affrontare la relazione tra le riprese fatte 20 anni fa e quelli di oggi portando sullo schermo la storia di Aida, una donna emancipata e ribelle costretta dalle convenzioni ad affrontare un destino che non ha scelto. Il racconto sorprendente dall’interno di un campo rom e una telecamera che diventa parte della comunità».
Il Premio del Pubblico è andato a Vakhim, documentario di Francesca Pirani. Adottato in Cambogia a quattro anni, Vakhim arriva in Italia nel 2008. Parla solo khmer e tutto intorno a lui è sconosciuto, è un bambino solare e per adattarsi rimuove le tracce della sua breve vita che, però, non scompare del tutto. In Italia c’è Maklin, la sorella maggiore e dopo qualche anno arriva una lettera: è la madre naturale di Vakhim che chiede del figlio. Francesca e Simone, i genitori adottivi, decidono di andarla a cercare.D urante la serata è stato assegnato il Premio Crédit Agricole Italia al regista Leonardo Di Costanzo per il documentario A scuola e il Premio Irritec all’attrice e regista Kasia Smutniak, al suo esordio come regista con Mur, vincitore del Nastro d’Argento come miglior documentario 2024 per il Cinema del Reale. A consegnare il Premio, Giulia Giuffrè, consigliere d’amministrazione e ambasciatrice della sostenibilità di Irritec, nuova presidente dell’associazione Salina Doc Fest Onlus, che ha sempre creduto nella forza festival e ne ha fatto proprio lo spirito con lo slogan «Irriga la terra, Irriga la cultura». Il Premio Irritec 2024 – dichiara la Giuffrè nella motivazione al Premio – viene assegnato a Kasia Smutniak, «che ha saputo raccontare la situazione dei profughi al confine tra Polonia e Bielorussia con coraggio e determinazione, toccando corde profonde nel cuore degli spettatori e ricordandoci quanto la libertà, ancora prima d’essere un diritto inalienabile, sia un istinto incomprimibile e vitale».
Sei i documentari in concorso in questa edizione: La canzone di Aida (Canada, Francia, Italia); Un paese di resistenza (Belgio, Francia, Italia) di Shu Aiello e Catherine Catella, proiettato alla presenza delle registe, sulla cittadina calabrese di Riace, che, grazie al lavoro del sindaco Domenico “Mimmo” Lucano, è stata per vent’anni un simbolo di accoglienza e di speranza. Lettre à ma fille depuis le pays des femmes (Francia, Italia) di Silvia Staderoli, è il diario filmato indirizzato dalla regista alla figlia adolescente, e a tutte le adolescenti che sarà proiettato alla presenza del montatore Antonio Carola. Vakhim (Italia) di Francesca Pirani, proiettato alla presenza della regista. Il sale nell’anima (Italia) di Luca Noris, proiettato alla presenza del regista, è un omaggio a Renato Guttuso, nel racconto della vita di alcuni pescatori con i loro rituali quotidiani, le difficoltà, la solitudine e il senso della comunità. Bosco Grande (Francia, Italia) di Giuseppe Schillaci.
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