MESSINA. «Numeri che impressionano ma conosciamo bene e denunciamo già da tanto tempo la grave situazione che il lavoro dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Messina, impegnati nel contrasto al lavoro nero in città e provincia, ha portato alla luce»: a parlare è la Filca Cisl che interviene dopo l’intervento su aziende e imprenditori che ha smascherato decine di aziende e posizioni lavoratori irregolari. E accende ancora una volta i riflettori sul settore edile, ormai agonizzante. «Lavoro nero e precariato crescono di pari passo – afferma Giuseppe Famiano, segretario provinciale della Filca Cisl – e impediscono qualsiasi possibilità di ripresa del comparto edile in provincia di Messina. Dalle verifiche in corso da parte del sindacato risulta come in provincia vi sia una media di un lavoratore in nero per ogni cantiere aperto».
Numeri, anche in questo, disastrosi. «Facendo un raffronto tra le gare aggiudicate nella provincia nei primi nove mesi del 2013 e nei primi nove mesi del 2014 si registra un incremento del 67,78% ma gli importi delle stesse gare, sempre per gli stessi periodi, fa registrare un decremento del 46,03%. Si appaltano piccole opere che comportano un ridotto impiego di manodopera». Dai dati forniti dalla Cassa Edile di Messina risulta che, nel periodo dal 1 ottobre 2012 al 31 marzo 2013, le imprese attive erano 1.983, mentre nel periodo dal 1 ottobre 2013 al 31 marzo 2014 erano 1.959 e il monte salari denunciato ha registrato una flessione da 32 milioni di euro a 29 milioni di euro.
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