MESSINA. Alcune organizzazioni sindacali che hanno parte attiva nella Camera di commercio avrebbero dichiarato iscritti in più: in alcuni casi il settanta per cento. La questione Camera di commercio, nelle prossime ore, potrebbe approdare a risvolti clamorosi. La recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale che ordina la costituzione del nuovo consiglio camerale apre scenari imprevisti. Secondo i controlli effettuati dall’attuale gestione commissariale le forze in campo dichiarate dalle varie organizzazioni sarebbero sovradimensionate. E quindi i posti da assegnare in Consiglio camerale sarebbero da rivedere. In bilico non c’è solo la permanenza della camera di commercio in città. Ma l’applicazione di una sentenza del tribunale amministrativo che sancisce la fine del commissariamento affidato all’ex direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro Franco De Francesco e ordina l’insediamento del nuovo consiglio camerale. Più facile a dirsi che a farsi visto che l’ultimo decreto varato dalla Regione contiene grossolani errori di calcolo e di attribuzione.
Ogni organizzazione che partecipa all’organo che governa la Camera di commercio ha diritto ad un certo numero di membri in base agli iscritti. Solo che, secondo una verifica effettuata dalla gestione commissariale, su richiesta della stessa Regione, ed inviata all’assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri, diverse organizzazioni avrebbero dichiarato iscritti in più. E non si parla di roba di poco conto. Ma in certi casi si parla anche del settanta per cento di iscritti in più. Vale a dire che se nel precedente decreto toccavano quattro membri nel consiglio camerale con i nuovi conteggi ne toccano al massimo uno o due. E nel calderone degli errori ci sono grosse organizzazioni: dai commercianti, agli agricoltori.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia