MESSINA. A distanza di vent’anni dall’istituzione dell’ente Parco dei Nebrodi sono state riviste le norme che disciplinano le attività selvicolturali, di estrazione di sughero e di produzione di carbone al fine di correggere alcune problematiche manifestatesi nel corso degli anni.
La problematica sollevata è ritenuta di rilevante interesse non solo scientifico, ma di importanza estrema in quanto incide significativamente sulla dinamica forestale e sulle economie di diverse comunità ricadenti nel territorio della pià vasta area ambientale della Sicilia. Le osservazioni proposte sono state frutto di appositi incontri con i responsabili dell’ispettorato ripartimentale delle foreste di Messina. In pratica verrebbe ridotto , con una valutazione scientifica sostenibile con la crescita delle aree boschive, il numero di “matricine” pianti giovani che assicurano il ricambio naturale delle superficie boscate. La proposta del comitato esecutivo dovrà passare al vaglio del consiglio del Parco.
Altro intervento del comitato esecutivo dell’ente Parco dei Nebrodi su espressa richiesta del presidente Giuseppe Antoci, è stato quello di aver completato l’iter relativo all’adozione del marchio di qualità del Parco, di cui potranno fregiarsi gli imprenditori dei Nebrodi, impegnati in un progetto di naturalità e legalità, finalizzato a valorizzare i prodotti buoni, puliti e giusti. Al documento finale che è stato pubblicato con delibera del comitato esecutivo hanno lavorato attraverso la composizione di tavoli tematici gruppi di categoria, convocati presso la sede del Parco per definire il percorso operativo e coordinati dall’Associazione Strade dei Sapori.
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