PALERMO. A sdoganare per la prima volta la parola fu la canzone 'Signor tenente" cantata da Faletti al festival di Sanremo del 1994 e arrivata al secondo posto, che ripeteva «minchia», ripetutamente nel testo. E oggi questo termine siciliano che indica l'organo maschile, ma anche espressione di esclamazione, di disprezzo, di apprezzamento o di stupore, è diventato il marchio di una birra artigianale prodotta dalla azienda Sikania a Messina. «Non mi è sembrata una scelta volgare creare questo marchio: il sostantivo fa parte della nostra storia - dice all'ANSA, il titolare Nino Amato -. L'idea è nata anche per dare impulso alla esportazione a livello nazionale ed estero. Produciamo 1200 litri di birra al giorno. E per ora sono soprattutto i locali siciliani nel mondo a richiedercela». La fabbrica dove viene realizzata la birra dal nome hard si trova a Messina ed i macchinari sono stati montati in un ex cinema. «È il risultato della passione verso la produzione di assoluta qualità, - aggiunge Amato - è una birra artigianale siciliana a bassa fermentazione (detta anche Lager), prodotta in tre varianti: Birra Minchia Bionda, Birra Minchia Rossa e Birra Minchia Tosta doppio malto: vengono fermentate a bassa temperatura (14 - 0 C), utilizzando una selezione di lieviti (saccharomyces carlsbergensis)». La ditta «è anche sensibile alla tutela dell'ambiente: le bottiglie da 33 cl e 75 cl sono realizzate utilizzando vetro riciclato», spiega la nota pubblicata sul sito. La bevanda è stata anche presentata all'Expo a Milano, nei giorni scorsi. Insomma conclude Amato «Per noi siciliani »minchia« è un esclamazione che racchiude svariate sensazioni: viene utilizzata spontaneamente per esprimere gioia, stupore, meraviglia. Nonostante oggi sia usata in più parti del mondo, rimane l'emblema identificativo della Sicilia: ed è per questo che l'abbiamo scelto per la nostra Birra artigianale, vera come noi siciliani. Un termine che da solo è riuscita ad trasmetterci tutto e di più.