MESSINA. È bufera all’Atm di Messina dopo il pignoramento dell’incasso sui biglietti venduti due giorni fa al terminal della Zir. Seppure la somma pignorata, 38 euro, sia modica, l’intervento dell’ufficiale giudiziari sollecitato dall’azione legale intrapresa da due dipendenti non ancora risarciti dall’azienda di trasporto pubblico (rea di aver applicato la legge Brunetta sul blocco degli scatti di anzianità e avanzamenti di carriera dal 2011 al 2015), minaccia di oscurare i risultati positivi sinora raggiunti dalla nuova dirigenza.
Il consigliere comunale Libero Gioveni, preoccupato per un eventuale danno all’erario del Comune, ha invitato il direttore generale dell’Atm Giovanni Foti e l’assessore comunale alla mobilità, Gaetano Cacciola a chiarire l'intera questione in commissione bilancio e società partecipate.
«Anche se i motivi - dichiara - sembrano dovuti al mancato risarcimento economico, sentenziato dal Tribunale, ad alcuni dipendenti dell’Atm per l’impropria applicazione del decreto legislativo legge 122 del 2010, meglio noto come legge Brunetta, riteniamo che se un ufficiale giudiziario si presenta all’improvviso e pignora l’incasso dei biglietti venduti, un approfondimento vada fatto. A quanto sembra, il motivo del pignoramento, sarebbe dovuto al comportamento dell'azienda che avrebbe risarcito alcuni dipendenti, lasciando in attesa tutti gli altri».
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