MESSINA. Il presidente dell’Amam Leonardo Termini non ci sta a far passare l’azienda acque come covo di malaffare. Il vertice dell’azienda comunale con accanto il direttore generale Claudio Cipollini e il consiglio d’amministrazione ha passato in rassegna quanto fatto in questi anni sottolineando che ha presentato negli ultimi anni varie denunce all’autorità giudiziaria su appalti e concessioni evidenziando pressioni. «Ad oggi abbiamo registrato un utile di sette milioni – ha dichiarato Termini - non siamo eroi: potete dimenticare il nostro nome, il mio soprattutto, a me interessa il servizio pubblico. Tutto questo viene viziato da denaro sprecato. Il grande bubbone è il grande recupero di crediti verso gli utenti. Una società nata nel 2004 la Fire aveva trattativa privata con 5 ditte per questa onerosa funzione. Si è andato avanti così per 10 anni, quindici di crediti prescritti ed inesigibili, nel 2016 sono tornate indietro 21mila fatture corrispondenti a 12 milioni di euro. Tra impieghi e prescrizioni sono stati persi 46 milioni di euro. Amam ad oggi non ha il possesso delle chiavi del proprio server e programma nonostante richieste e diffidate varie volte».