A scuola di antichi mestieri: per diventare mastri bottai ed imparare ad esercitare un mestiere ormai in via di estinzione. Sono venticinque i ragazzi iscritti alla prima scuola di mastri bottai di San Pier Niceto. Venticinque ragazzi che nell’ultima settimana di dicembre hanno frequentato la fase di avviamento del progetto. Un’iniziativa che per il successo raggiunto sta portando gli organizzatori a valutare la possibilità di introdurre anche un nuovo mestiere da valorizzare: quello della ricamatrice. Il progetto incentrato proprio sul lavoro dei Mastri Bottai è stato curato dall'assessore di San Pier Niceto Francesco Certo e dall'esperto Peppe Maimone con il supporto di Salvo Presti e Giovanni Mangano ed in questa prima fase è andata avanti grazie allo svolgimento di due seminari che si sono svolti nell’ultima settimana di dicembre. Durante il primo seminario “Laboratoriale” portato avanti in collaborazione con il museo “Ican” di Milazzo è stato possibile conoscere tutti gli antichi utensili utilizzati dai bottai. A spiegarli uno per uno è stato don Salvatore Abbriano accompagnato dallo storico Massimo Tricamo durante la visita la museo Ican dove sono custoditi molti dei suoi attrezzi personali. Al seminario didattico, invece, dove hanno preso parte anche molti residenti, ad incuriosire è stata la spiegazione delle varie fasi di lavorazione meccanica e manuale delle botti e anche cosa bisogna fare durante la stagione del vino con gli interventi di manutenzione. Il mastro bottaio è un mestiere fino ad oggi tramandato da padre in figlio che adesso ritorna grazie a un importante finanziamento arrivato al Comune di San Pier Niceto dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana. Soddisfatto il sindaco Luigi Calderone.