Sono preoccupati gli operatori balneari che lavorano nelle isole Eolie. La stagione in arrivo infatti è ricca di incertezze ed è ancora impossibile capire come andrà il turismo quest'anno. Di certo si parte svantaggiati ma non ci si perde d'animo.
«Dovevamo aprire all’inizio di maggio con l’arrivo dei primi turisti, invece siamo chiusi e in questo momento non abbiamo nessuna certezza», spiega Dario Famularo, dell’Associazione balneari isole Eolie e Assobalneari. «Non sappiamo nemmeno quando aprire e con quale disposizioni- aggiunge - nel frattempo ci stiamo organizzando comprando i dispositivi di protezione da dare gratuitamente alle persone che frequenteranno la spiaggia. Ovviamente non servono per chi sta sotto l’ombrellone ma per chi magari arriverà al chiosco, al bar, nelle cabine. Ci stiamo anche organizzando per capire come utilizzare al meglio le spiagge».
Famularo racconta che le distanze di sicurezza non dovrebbero rappresentare un problema per le spiagge delle Eolie in quanto le postazioni sono già abbastanza distanti. La vera questione è invece chi andrà a fare le vacanze: «Non avendo spiagge enormi- afferma - non abbiamo postazioni attaccate una all’altra, di norma le nostre sono già distanti dai 3 ai 4 metri, una dall’altra, il vero problema non è quello del distanziamento degli ombrelloni, ma di chi potrà raggiungere le Eolie. Il nostro turismo è fatto da gente che ha la seconda casa o da chi viene in vacanza e si ferma in alberghi e case in affitto. Siamo disponibili ad applicare tutto quello che ci diranno, purchè ci mettano in condizioni di poter lavorare nella tempistica giusta: da noi una stagione dura mediamente tre mesi, da giugno a settembre, però se dicono di aprire ad agosto ci penso. C'è da considerare anche che ogni stabilimento balneare ha dietro dei lavoratori e questi, alle Eolie, sono tutti nuclei familiari, inoltre una volta passato settembre è inutile aprire, chi viene dopo l’estate?».
Preoccupati sono anche gli albergatori che attendevano il periodo di Pasqua ed i ponti del 25 aprile e del 1 maggio per ripartire ed invece aspettano di capire, in base ai protocolli, come poter affrontare la prossima stagione turistica e se ci saranno i presupposti per aprire. «Come Federalberghi - dice Christian Del Bono, presidente del ramo isole minori dell’organizzazione in Sicilia - lo scorso 17 aprile abbiamo inviato una richiesta al presidente Musumeci, all’assessore Razza ed a tutti i sindaci delle isole minori di fare in modo che i visitatori che vengono da noi possano fare dei test rapidi: questo per creare una sorta di cordone sanitario e di sicurezza attorno alle isole minori, sulla giustificazione del fatto che non sono dotate di strutture sanitarie adeguate, un caso di Covid 19 sulle isole diventerebbe più difficile da gestire».
Altro problema è la sostenibilità economico finanziaria delle aziende: «Siamo in attesa - aggiunge - di capire se ci sono i presupposti per tenere aperte aziende, abbiamo Imu, Tasi e Tari che paghiamo per tutto l’anno a fronte di una apertura stagionale di sei mesi, ma se questo periodo si riduce di un terzo è chiaro che dovremo coprire questi costi fissi in un tempo limitato, senza contare il calo della domanda». Anche per gli albergatori, il problema è quanti turisti potranno arrivare: «le Eolie vivono per il 45% di turismo straniero, il ricavo da turista straniero è almeno il 60%, dal momento che questi ricavi non ci saranno e l’italiano a fronte della crisi avrà una capacità di spesa ancora inferiore, si capisce bene che questi sono elementi che pesano negativamente. Aspettiamo: il protocollo ci dirà quali sono le regole del gioco e dopo ognuno si farà i propri conti».
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