La Commissione tecnica specialistica dell’assessorato Territorio e Ambiente della Regione siciliana ha espresso parere negativo nella procedura di autorizzazione di un impianto, presentato dalla A2A Energiefuture Spa, per il trattamento della frazione organica del rifiuto solido urbano nella centrale di San Filippo, nel Messinese, dunque in un sito già esistente e dotato delle necessarie infrastrutture.
Lo stop, affermano Cgil, Cisl e Uil e Sicindustria Messina, «che attiene all’aspetto autorizzatorio dell’attività, e non alla preliminare Via già esitata positivamente, desta molte perplessità, dato che nella Valle del Mela si sente forte l’esigenza di conversione delle attività industriali nel segno della sostenibilità».
Il parere negativo mette a rischio, viene sottolineato, un piano di investimenti per un totale complessivo di circa 400 milioni di euro di fondi «esclusivamente privati», ai quali sommare «il valore dell’indotto, in un territorio che ha urgente bisogno della migliore progettualità per individuare e sostenere l’occupazione». Un progetto pronto per la realizzazione di «un impianto ad elevata tecnologia», coerente «con i fabbisogni rilevati dal Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti elaborato da Srr Messina - Area Metropolitana, coerente anche con le linee previste dal Next Generation Plan, della transizione ecologica e dell’economia circolare».
La motivazione del parere negativo è che quel progetto, quello specifico impianto, non è previsto nel Piano d’ambito redatto da Srr Messina - Area Metropolitana di Messina.
L’obiettivo è la realizzazione di un impianto che, attraverso il trattamento della frazione organica derivante dalla raccolta differenziata dei rifiuti, produca gas naturale (biometano), compost certificato utilizzato come fertilizzante in agricoltura e nel settore della florovivaistica, biometano derivante dal trattamento di raffinazione del biogas ottenuto da fonte rinnovabile e utilizzabile per veicoli a motore o per i comuni utilizzi domestici (riscaldamento, acqua calda sanitaria e cucina).
Il Piano d’ambito prevede la realizzazione pubblica di due impianti nel territorio provinciale: a Mili (pianificato per fanghi di depurazione) e a Monforte San Giorgio. Per entrambi si è ancora nella fase di avvio della progettazione: avvio della progettazione definitiva, per l’impianto di Mili, e studio di fattibilità per l’impianto di Monforte. Per entrambi è stata formalizzata l’esigenza di individuare o integrare le risorse finanziarie disponibili.
La conseguenza, sostengono sindacati e Sicindistria, «è la necessità di affrontare ancora per un lungo periodo la tradizionale soluzione del conferimento in discarica, piuttosto che l’attivazione di processi virtuosi per la soluzione di problemi decennali legati alla mancanza di una efficace programmazione. Lo smaltimento dei rifiuti in discarica non è più ammissibile nell’ottica della sostenibilità ambientale e la Sicilia non ha una dotazione di impianti utile al riciclo dei rifiuti prodotti».
Il progetto di A2A di «un impianto rispondente ai canoni dell’economia circolare, green sostenibile, consente di dare stabilità e prospettive al bacino occupazionale del territorio». Sicindustria Messina e le organizzazioni sindacali chiedono un confronto con la Regione.
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