"Chiediamo al Prefetto di istituire urgentemente un tavolo permanente con le organizzazioni sindacali, Asl, Inps, Inail, Ispettorato del Lavoro e Cassa Edile perché la piaga sociale del lavoro nero nei cantieri edili è sempre più dilagante. Occorre frenare immediatamente questa emorragia perché si continuano a registrare numeri preoccupanti sopratutto in questo periodo di crisi drammatica, acuita dall'emergenza sanitaria". La richiesta arriva dalla Filca Cisl di Messina, secondo cui il 70% dei lavoratori presenti nei cantieri, pubblici e privati, è in nero senza tutele previdenziali ed assicurative. "Una situazione -spiega Pippo Famiano, segretario della Filca Cisl Messina- che è diventata insostenibile. I cantieri edili infatti sono ormai una giungla, dove si riscontra che gran parte delle imprese che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione per Covid, continuano a far lavorare in nero i dipendenti percettori di cassa integrazione, per non parlare poi dei lavoratori che percepiscono il reddito di cittadinanza e continuano a lavorare in nero. Dall'inizio della pandemia ad oggi - prosegue Famiano- le imprese edili hanno chiesto circa 1.700.000 ore di Cig per Covid. Bisogna intervenire immediatamente per denunciare questo malcostume". Inoltre segnala il sindacato "nei cantieri edili troviamo muratori, carpentieri e ferraioli assunti con il contratto del commercio, dei servizi e dei metalmeccanici per evitare il versamento della Cassa Edile e per pagare salari inferiori a quelli spettanti per il lavoro svolto. Poi - continua Famiano- ci sono i lavoratori regolarmente assunti con il contratto dell'edilizia, che si ritrovano a fine mese con una busta paga più leggera, in quanto le ore dichiarate sono inferiori a quelle lavorate".