«L’area estrattiva della pietra pomice dev’essere salvaguardata e non può esser oggetto di speculazione immobiliare». L’associazione ecologista gruppo d’Intervento giuridico, diretta da Stefano Deliperi , ha inoltrato una istanza di avvio della procedura di dichiarazione di interesse culturale per salvaguardare l’area estrattiva sulle pendici del Monte Pilato. Sono stati interessati anche il ministero della cultura, il presidente della Regione, l’assessorato regionale dei beni culturali e la soprintendenza di Messina.
L’attività estrattiva, grazie alla natura vulcanica dei luoghi, ha avuto origine in tempi risalenti al Monte Pilato e venne formalizzata dal 18 maggio 1276, quando il re Carlo d’Angiò autorizzò il vescovo di Lipari, allora Signore delle Isole Eolie, a esportare la pietra pomice fino a quando l’estrazione e la lavorazione vennero a cessare nel 2007.
Un patrimonio culturale e di identità di straordinario valore per Lipari, tanto che, insieme all’intero arcipelago delle Eolie, rientra nel patrimonio mondiale dell’umanità designato dall’Unesco dal 2000 con uno specifico piano di gestione che ne prevede la tutela con un parco geominerario.
«La tutela con specifico vincolo culturale – spiega il presidente Stefano Deliperi - consentirebbe un migliore e adeguato strumento di salvaguardia per un patrimonio a rischio di degrado, soprattutto ora che i beni della fallita società estrattiva Pumex (circa 2,5 milioni di metri quadrati, edifici, zone costiere) potrebbero transitare in sede fallimentare alla società immobiliare MB Project, certamente non a fini filantropici». Per questo, ha aggiunto Deliperi «abbiamo sollecitato un rapido e risolutivo intervento da parte delle autorità pubbliche».
Foto notiziarioeolie.it
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