
Per i porti precari delle isole di Sicilia ci sono ben 53 milioni di euro da spendere. «La portualità - spiega il sindaco Riccardo Gullo che è ancora coordinatore regionale dei Comuni dell’Ancim - è certamente un tema centrale per i cittadini di tutte le piccole isole e, proprio per questo, è stata oggetto di un decreto della Regione nello scorso 3 dicembre 2024. Un provvedimento i cui contenuti erano stati anche anticipati dal dirigente generale dell’assessorato infrastrutture e che era stato adottato precedentemente alla data della forte mareggiata del 17 scorso».
L’assessorato ha approvato il «piano degli interventi di messa in sicurezza, di rafforzamento strutturale, di prevenzione del rischio sismico su edifici ed infrastrutture pubbliche lungo le coste del mare e delle isole minori, costituito da 17 da 17 interventi per un importo complessivo di 53 milioni e 102 mila euro. Nelle sei isole del Comune di Lipari questi sono gli interventi i lavori di consolidamento e riqualificazione dei porti riguarderanno le isole di Alicudi, Filicudi, Lipari (Pignataro e Acquacalda e la giunta municipale ha anche fornito il proprio supporto progettuale per gli interventi d’urgenza e di messa in sicurezza dell’abitato), Panarea, Stromboli (Ficogrande).
«Per Ficogrande – puntualizza Gullo – l’iniziativa, è già avanzata insieme a tante altre dall’anno scorso nell’ambito del primo bando di “Casa Italia” sulla portualità e l’abbiamo proposta soprattutto per riparare i danni di chi ha realizzato l’opera, lasciandola incompiuta e inutilizzabile. Purtroppo, tutte le iniziative portuali presentate l’anno scorso dalle amministrazioni delle isole d’Italia nell’ambito del bando “Casa Italia”, non sono state finanziate ai Comuni per “mancanza di titolarità sul demanio” – tranne che per le isole minori della Sardegna – e non perché “le schede erano sbagliate”. Infatti, nel secondo bando in corso di pubblicazione, parteciperanno tutte le Regioni interessate, sulle base delle iniziative presentate allora dai Comuni».
«In occasione della mareggiata del 17 gennaio – sottolinea il sindaco - che ha causato danni in cinque isole del Comune (tranne Panarea, dove i danni sono stati limitati), abbiamo provveduto ad attivare il centro operativo, coinvolgendo anche l’assessorato regionale per la rilevazione dei danni e l’avvio delle prime operazioni di emergenza (ad Alicudi, Lipari, Stromboli e Vulcano); conseguentemente sono stati disposti gli interventi di somma urgenza da parte della Regione. Nessuna risorsa è stata persa o “recuperata”, e stiamo provvedendo a presentare progetti di riqualificazione e interventi ordinari e straordinari su tutti gli approdi di rilevanza comunale».
In sospeso c’è anche l’allungamento di oltre cento metri del pontile degli aliscafi a Lipari con un vecchio finanziamento di circa 3 milioni di euro che ormai risale ad oltre 20 anni fa e permetterebbe in parte di riparare l’abitato di Marina Lunga. C’è da sperare che una volta fatti gli interventi che dovranno essere super controllati, le opere possano resistere alle nuove mareggiate. La realtà eoliana è che tutti i porti interessati da lavori negli ultimi anni sono stati sempre continuamente danneggiati. A Ginostra addirittura due cassoni sono “volati” sull’approdo degli aliscafi danneggiandolo. A Filicudi la mareggiata ha riempito l’area portuale di polisterolo. L’unico porto invece che resiste da almeno un secolo a Lipari è Punta Scaliddi è in caso di mare mosso è il vero rifugio per navi e aliscafi e nella nuova progettazione a furor di popolo si richiede di allungarlo ulteriormente insieme a Pignataro, in modo tale da rendere la baia sicura e protetta da ogni mareggiate sia per i mezzi di linea che per pescherecci e yacht.
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