Taormina sempre più capitale gourmet, destinazione acclamata per i ristoranti di lusso. Mentre Palermo fa un passo indietro. E poi c’è il caso Vulcano con il resort Therasia che doppia un record con le Stelle Verdi. Ecco in estrema sintesi le novità della Guida Michelin. Ieri a Modena la presentazione della Rossa, edizione 2025 (per il settantesimo anno) con le attribuzioni delle Stelle ai ristoranti tra new entry, conferme e non conferme. Non va benissimo alla Sicilia anche se alla fine dei conti tra una nuova Stella e una persa, i ristoranti stellati sono sempre ventitré, lo stesso numero dell’anno scorso, il più alto di sempre, segno che l’eccellenza dalle nostre parti per quanto riguarda la ristorazione di alto livello non ha eguali rispetto al passato.
Taormina capitale dei gourmet
A conquistare la Stella è il ristorante Vineria Modì di Dalila Grillo di Taormina (aiutata dal fratello Ettore in sala), un riconoscimento che proietta la perla del turismo siciliano tra le capitali gourmet del Sud Italia. Con Vineria Modì, riuscito esempio di ristorazione familiare a pochi metri dagli alberghi di proprietà delle multinazionali del lusso, diventano ben cinque i locali stellati. Uno di questi ristoranti, il St.George by Heinz Beck annesso all’Ashbee Hotel, è addirittura bistellato ed è affidato al talento di Salvatore Iuliano. Seguono il Principe Cerami del San Domenico Palace (chef Massimo Mantarro), l’Otto Geleng del Grand Hotel Timeo (chef Roberto Toro) e La Capinera dello chef Pietro D’Agostino.
Palermo perde una Stella
Tutto invariato nel resto dell’Isola, tranne a Palermo dove il Gagini perde la Stella. Una mancata riconferma un po’ annunciata dallo stesso patron, Franco Virga, che aveva comunicato qualche settimana fa la partenza dello chef Mauricio Zillo con cui il suo locale a pochi passi dalla Vucciria aveva vinto la Stella tre anni fa. Tuttavia non sfugga che Virga con la moglie Stefania Milano è a capo di un gruppo di locali a Palermo (e da poco anche a Torino) e che da tempo si interroghi con molte perplessità sul futuro della ristorazione gourmet così come è concepita dalla Michelin. Si vedrà. Intanto a Palermo resta un solo ristorante stellato, il Mec di Giuseppe Forello e guidato da uno chef quotato come Carmelo Trentacosti. A fare compagnia a Trentacosti, in provincia di Palermo, restano ben due ristoranti stellati a Bagheria: I Pupi di Tony Lo Coco e della moglie Laura Codogno e Limu di Nino Ferreri. Completa l’elenco Il Bavaglino a Terrasini dello chef Giuseppe Costa.
Il Therasia di Vulcano raddoppia i record
Tra le novità di cui abbiamo parlato anche le Stelle Verdi, ovvero il riconoscimento attribuito dalla Michelin a quella ristorazione che spicca per la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente nel reperimento della materia prima e nella gestione della cucina e del locale. Una Stella Verde è andata a Il Cappero del Therasia Resort di Vulcano. Che si aggiunge a quella tradizionale rossa già conquistata da una decina di anni. Questa volta il merito è di un giovanissimo chef, appena 24 anni. Si chiama Onofrio Pagnotto ed ha preso il posto dello chef Giuseppe Biuso trasferitosi in Romagna. Pagnotto è il più giovane chef, ad oggi, ad avere conquistato la Stella Verde che comincia ad essere un riconoscimento sempre più significativo per quelli della Michelin. Ma la Stella del Cappero fa coppia con la Stella di un altro ristorante del Therasia, ovvero quella de I Tenerumi dello chef Davide Guidara conquistata due anni fa e che l’anno scorso, grazie a un menu interamente vegetariano e fortemente innovativo, ha ottenuto anche la Stella Verde. Per farla breve quello del Therasia di Vulcano è un record straordinario. A pochi metri di distanza l’uno dall’altro offre due diversi ristoranti stellati e per giunta con la Stella Verde entrambi e con due chef giovani, Pagnotto ventiquattrenne e Guidara trentenne. Un risultato unico in Italia ottenuto grazie al lavoro tenace e visionario del direttore del Therasia Umberto Trani che ha creduto in questi due talenti e ne ha tirato fuori le grandi potenzialità.
Il resto della Sicilia, tutte le conferme
Tra le riconferme delle Stelle Michelin alle Eolie c’è quella del Signum di Salina altro hotel di altissima qualità nell’accoglienza che fa il paio con la bravura di Martina Caruso a cui è affidato il ristorante. E poi zigzagando nella nostra regione non possiamo non citare le due Stelle de La Madia di Licata di Pino Cuttaia, tra l’altro appena rinnovato. E ancora c’è la provincia di Ragusa che svetta con l’altro bistellato, il Duomo di Ciccio Sultano ad Ibla, e poi la Locanda di Don Serafino, sempre a Ibla, dei fratelli Pinuccio e Antonio La Rosa bravissimi imprenditori della ristorazione con il loro chef Vincenzo Candiano, i “ragazzi” del VotaVota Giuseppe Causarano e Antonio Colombo a Marina di Ragusa e, per concludere, l’altro stellato, a Modica il ristorante Accursio dello chef Accursio Craparo. A Siracusa riconferma per le due new entry dello scorso anno, ovvero Cortile Spirito Santo ad Ortigia guidato dallo chef Giuseppe Torrisi e il Crocifisso a Noto dello chef e patron Marco Baglieri. A Catania riconferme per Sapio di Alessandro Ingiulla e per Coria del tandem affiatato Domenico Colonnetta e Giuseppe Patti che si sono trasferiti da Caltagirone al capoluogo mentre nella provincia etnea le Stelle brillano da Zash, il ristorante annesso al resort della famiglia Maugeri a Riposto e affidato allo chef Giuseppe Raciti e da Shalai, ristorante dell’omonimo resort della famiglia Pennisi e guidato dallo chef Giovanni Santoro. Per le ambitissime tre Stelle la Sicilia può attendere. Ma i golosi e i curiosi hanno l’imbarazzo della scelta.
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