MESSINA. La mancata adozione del Piano anticorruzione al Comune riporta il Pd a fare le barricate. Da domani i consiglieri del partito democratico invieranno note ai dirigenti di Palazzo Zanca e delle società partecipate sugli atti approvati e a detta degli esponenti politici poco chiari e se entro trenta giorni, dunque il 19 febbraio, non avranno risposte informeranno il commissario nazionale per l'anticorruzione Raffaele Cantone. Ieri conferenza stampa del candidato sindaco Felice Calabrò e di tutti i consiglieri di Pd e liste collegate (assenti i soli Benedetto Vaccarino, Donatella Sindoni e Santi Daniele Zuccarello) sul mancato rispetto delle norme della legge 190 del 2012 che ha come oggetto la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella Pubblica Amministrazione. Snocciolate le perplessità del Pd che hanno girato al segretario generale del Comune Antonio Le Donne richieste su atti dell'amministrazione e quelli delle partecipate Atm e Messinambiente e del teatro Vittorio Emanuele che secondo i democratici sono molto nebulosi. Secondo le nuove norme l'amministrazione e le società devono dare conto di tutti i provvedimenti adottati e degli atti come il «Controllo successivo di regolarità amministrativa», il rapporto semestrale su eventuali irregolarità riscontrate nell'attività amministrativa, la scheda standard sull'efficacia delle misure di prevenzione, le posizioni dei dirigenti che risultano controllori e controllati. Questo per garantire la massima trasparenza ed evitare casi di corruzione. Calabrò: «Un gruppo di persone nel 2013 aveva sbandierato quei valori ma non sono stati consequenziali, non applicano le norme». Sotto analisi affidamenti con somme urgenze, promozioni di personale, avanzamenti di carriera, passaggi in mobilità di dipendenti, questione svincoli, posizione di Calogero Ferlisi che è comandante a interim della polizia municipale e dirigente dell'Avvocatura. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA