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Tusa, casse vuote e famiglie stremate

TUSA. Allarme crisi e richiesta d'aiuto. Come accade pure in tante piccole realtà della provincia, gli effetti della congiuntura economica si fanno ancora sentire per Ente locale e privati, nonostante i timidi segnali di ripresa a livello nazionale. Il Comune è costretto ai salti mortali per garantire i servizi essenziali e molte famiglie senza lavoro, con decreti di pignoramento in corso, rischiano di perdere la prima casa.  Il Consiglio comunale ha deciso, quindi, di intervenire con una serie di atti ufficiali, richieste e mozioni indirizzate al Consiglio dei ministri e ai presidenti di Repubblica, Senato e Camera. L'iniziativa è stata assunta in occasione dell'ultima seduta, con una raffica di delibere approvate all'unanimità. Innanzitutto, Tusa aderirà alla mobilitazione organizzata dall'Anci Sicilia "per protestare contro la gravissima situazione economica e finanziaria dei Comuni siciliani". Il sindaco Angelo Tudisca ha ricordato che i piccoli Comuni avevano chiesto di non tagliare il fondo di solidarietà nazionale e i Pac. I tagli, invece, sono stati operati dalla Regione, costringendo le amministrazioni ad aumentare i tributi. E per i liberi Consorzi - ha denunciato Tudisca - ancora è tutto da definire, ma, intanto, l'ex Provincia non ha più assicurato una serie di servizi, a partire da quello indispensabile dell'assistenza agli alunni disabili. Altro nodo cruciale, quello dei 20.000 precari nell'Isola. Il Comune di Tusa, come ha spiegato il sindaco, ha prorogato il contratto ai suoi lavoratori, fino al 30 aprile, ma per il futuro non ci sono certezze.

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