MESSINA. «Sulla presunta localizzazione di un hotspot a Messina, che ha sollevato un vespaio, ho contattato il ministro dell'Interno Angelino Alfano, il quale ha ribadito che nessuna decisione è stata presa in proposito». Lo afferma il senatore messinese di Ap, Bruno Mancuso. «Al ministro - aggiunge - ho spiegato le ragioni dell'inopportunità di questa localizzazione in un momento particolarmente difficile per la città, affannata da una cronica carenza di servizi che la troverebbe impreparata ad affrontare questo ulteriore fardello».
Nei giorni scorsi è circolata la notizia che presto sorgeranno due nuovi hotspot a Mineo e Messina (i posti complessivi passeranno da 1.600 a 2.800), mentre saranno attivate sei strutture mobili a Cagliari, Reggio Calabria ed in altre 4 località, pronte ad intervenire sui porti di sbarco. Diversi hotspot di secondo livello saranno poi aperti per i migranti da rimpatriare.
Gli sbarchi delle ultime settimane hanno messo in crisi il sistema che per ora si fonda su quattro hotspot (Lampedusa, Trapani, Pozzallo e Taranto) dove fare le procedure di identificazione e fotosegnalamento di chi sbarca. In vista del probabile aumento dei flussi con l'estate, l'Italia conta così di attivare due nuove strutture fisse più sei mobili a Cagliari, Reggio Calabria ed in altre 4 località.
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