Alle scorse elezioni era considerato il sindaco del cambiamento, un personaggio diverso, diversissimo a quello che la politica locale aveva fin lì conosciuto. I messinesi lo avevano scelto per cambiare marcia, ma evidentemente il lavoro portato avanti nel corso degli anni non ha soddisfatto troppo gli elettori, che adesso hanno deciso di "cambiare" quel cambiamento.
Finisce così l’era del sindaco "no Ponte" a Messina. A più di metà scrutinio è ormai certa l’uscita di scena di Renato Accorinti, che si attesta intorno al 14% delle preferenze, risultando dietro a tre avversari: Dino Bramanti in testa con oltre il 28% (centrodestra) certo del ballottaggio mentre Cateno De Luca (centrodestra) e Antonio Saitta (centrosinistra) sono appena sotto al 20%.
Accorinti, insegnate di educazione civica e pacifista, cinque anni fa era stato eletto a sorpresa al secondo turno dopo che al primo turno il candidato del Pd aveva mancato l’elezione per appena 59 voti. Il suo nome fece il giro del mondo per avere urlato, durante il G7 a Taormina, "no war" davanti al presidente degli Usa, Donald Trump, e anche per i suoi continui scontri con quelli che lui considerava "i poteri forti", come ad esempio le polemiche con l'allora premier Matteo Renzi.
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