Non termina il lungo braccio di ferro tra il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ha minacciato le dimissioni il 30 settembre se il consiglio non approverà il nuovo regolamento (come deliberato dalla giunta), e il consiglio comunale con in testa il presidente Claudio Cardile.
Quest’ultimo ha inviato ieri ai ministri degli Affari regionali e degli Interni, al prefetto di Messina e all’assessore regionale agli Enti locali, nonchè al presidente dell’Anci una richiesta di parere sul fatto che De Luca abbia ''in maniera perentoria" indicato agli assessori, ai dirigenti, al segretario generale e ai cda delle partecipate l’esigenza di ''non assicurare la partecipazione ai lavori delle commissioni consiliari fin quando non saranno definite" le modifiche del regolamento comunale già approvato con delibera di giunta il 6 settembre scorso. Per Cardile, il sindaco «limita in maniera sostanziale l’autonomia gestionale delle attività del consiglio comunale e delle commissioni consiliari impedendo l’importante attività ispettiva di controllo e di indirizzo».
E mentre un dirigente avrebbe già accolto l’indicazione del sindaco, il presidente parla di «abuso delle prerogative» da parte del sindaco e chiede se sia legittimo «condizionare la valutazione di una proposta di delibera di modifica del regolamento sia sotto l’aspetto temporale (10 giorni) sia per l'effetto condizionante delle preannunciate dimissioni del sindaco dal 30 settembre».
Le dimissioni del primo cittadino infatti provocherebbero anche la decadenza dei consiglieri comunali. In consiglio comunale De Luca non dispone di alcun consigliere: nessuno è stato eletto nelle liste del sindaco.
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