Atto intimidatorio che, però, non ha sortito gli effetti sperati, verso la candidata sindaco di Naso, Gisella Pizzo. Di professione avvocato, lo scorso tre settembre, ha trovato nel parabrezza della propria auto una lettera minacciosa, in cui ignoti le "consigliavano" di non candidarsi, per il bene suo e della sua famiglia, alle prossime amministrative del 4 e 5 ottobre. L'avvocato Pizzo, naturalmente, ben lontana da farsi intimidire da chi, poi, non ha neanche il coraggio di firmare lettere o biglietti, nella giornata di oggi ha presentato una querela - esposto presso la caserma dei carabinieri di Capo d'Orlando. L'episodio, censurabile in ogni sua sfaccettatura, ha creato un clima di tensione e di sdegno nella parte più sana e perbene della popolazione del centro collinare nebroideo. Mai nessuno avrebbe potuto pensare che in un paese di gente perbene, in cui gli abitanti si conoscono tutti, una sparuta minoranza di aspiranti criminali, abbia potuto compiere un atto intimidatorio verso una candidata a sindaco, per non farle presentare la lista. Gisella Pizzo nella denuncia fa presente che a Naso si sta appalesando una campagna elettorale alquanto complicata e non priva di interferenze, che più volte, su vari fronti, le è stato riferito che sarebbe meglio che non si fosse candidata e che le voci di popolo, in modo massiccio, riferiscono che gli avversari fanno propaganda additandola come colei che “non riesce a candidarsi”, oppure “non riesce a fare la lista”. Per questi motivi l'avvocato Pizzo, chiede alla Procura di Patti, di aprire una indagine contro ignoti, riservandosi di costituirsi parte civile e di richiedere eventuali risarcimenti danni.