«In una terra che ha visto cadere per mano mafiosa centinaia di donne e uomini, che ha pianto figli straordinari per la loro rettitudine morale, chi si autodefinisce 'autentico uomo delle istituzioni' dovrebbe saper dosare le proprie esternazioni». Lo dice l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, dopo le accuse del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che si è detto pronto alle dimissioni. «Se il sindaco De Luca ritiene che nei suoi confronti il presidente della Regione o il sottoscritto abbiano agito con 'logica mafiosa' o che si stia facendo qualcosa contra legem vada subito a denunciarci. Altrimenti smetta di arrampicarsi sugli specchi. E chieda consiglio al suo difensore: gli dirà che esercitare una pressione indebita sulle autorità istituzionali, cui compete il procedimento amministrativo che si è aperto con la nomina della commissione ispettiva sull'Asp di Messina, costituisce reato». «Ho detto e ripeto - aggiunge Razza - che non accetto pressioni e che il rispetto della legge costituisce una precondizione per qualsiasi decisione ed è un obbligo giuridico. In questo momento di crescita della curva epidemica in tutta Italia ed in Sicilia, con la necessità di adottare iniziative stringenti e di condividere responsabilità istituzionali, ciascuno le proprie, trovo singolare che il sindaco di una grande e nobile città continui strumentalmente ad alzare il livello della tensione. Non serve a nessuno. Non serve neppure al sindaco De Luca che farebbe meglio alla propria comunità se dismettesse l’ascia di guerra che brandisce quotidianamente nel tentativo di trasformare l’azione amministrativa in una dannosa, perenne, inutile contrapposizione».