Il segretario regionale di Noi di Centro, Giovanni Di Trapani, ha nominato, con il supporto del leader nazionale Clemente Mastella, i primi due segretari provinciali in Sicilia dopo quello di Palermo. Un incarico, quello di Palermo, che al momento peraltro è retto dallo stesso Di Trapani. I prescelti sono Enzo Foti a Messina e Maria Addario a Ragusa.
Foti è nato a Picciano (Pescara), è un geometra ed è stato funzionario dell’Inpdap e dell’Inps. È stato consulente di alcuni studi tecnici messinesi e oggi è in pensione. In pensione è anche Maria Addario, ex dipendente del ministero della Pubblica istruzione. Da sempre impegnata nel mondo del sociale, è stata prima consigliere di circoscrizione e poi consigliere comunale a Ragusa, eletta con il Cdu, partito nel quale era anche animatrice del movimento femminile.
Prende forma così anche in Sicilia il partito di Mastella, che due giorni fa, ha presentato a Roma l'organigramma nazionale. «Siamo un piccolo miracolo, abbiamo creato dal nulla un partito con rappresentanza in tutte le regioni», ha detto il segretario ex ministro, nel corso della giornata organizzata a Palazzo Santa Chiara, alla presenza del presidente Giorgio Merlo, del vicesegretario nazionale Gianni Stea e della senatrice Sandra Lonardo. «L'idea di Centro alla quale siamo affezionati - ha detto Mastella - e per la quale invitiamo chiunque, ad iniziare da Italia Viva, Cambiamo e Forza Italia, a realizzare una sorta di Margherita 4.0 in un patto elettorale, è quella che sia in grado di evitare un antagonismo che ha visto in quest’ultimo periodo l’Italia divisa tra putinisti e pacifisti populisti. Noi continuiamo a coltivare un’idea della politica che mitighi asprezze e scontri privi di senso. Proponiamo a questi amici, soprattutto a loro che hanno una presenza parlamentare non trascurabile, di puntare ad un proporzionale con sbarramento al cinque per cento e possibilmente con le preferenze».
A Roma era presente anche il segretario regionale Di Trapani, il quale ha sottolineato l'esigenza del «recupero del rapporto tra i cittadini e la politica attraverso l'ascolto dei territori. Bisogna rivolgersi - ha aggiunto Di Trapani - a quella moltitudine silenziosa che negli ultimi anni non si è più recata alle urne a causa di una politica spesso autoreferenziale ed improntata ai proclami piuttosto che ai contenuti e alle reali esigenze della gente».
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