I sindaci di Malfa, Leni e Santa marina Salina Clara rametta, Giacomo Montecristo e Domenico Artabia si sono rivolti anche al presidente della Regione Renato Schifani, all’assessore alla salute Giovanna Volo e al commissario dell’Asp Bernardo Alagna.
“Si apprende con amarezza – dicono Rametta, Montecristo e Arabia - che l’Asp di Messina sarebbe in procinto di ridurre, in maniera opinabile, i servizi di urgenza ed emergenza sull’isola di Salina, ed in particolare l’operatività del Presidio Territoriale d’Emergenza, in atto operante quale Pronto Soccorso a carattere non esaustivo, che potrebbe essere ridotta, per circa sei mesi l’anno, da ventiquattro come in atto a dodici ore giornaliere, per mere ragioni di tipo economiche”.
“La presenza di un PTE operativo 24 h – sottolineano - in questi anni, dopo il ripristino della piena operatività intervenuta dal 01 marzo 2021, fortemente richiesto da queste Amministrazioni, ha garantito egregiamente la gestione delle emergenze che si sono presentate, consentendo agli abitanti di quest’isola di poter essere rassicurati e curati in caso di emergenze ed urgenza anche presso la postazione del PTE indipendentemente dall’ambulanza del 118 e del suo eventuale impegno sul vasto territorio.
Con tale decisione si registrerà l’impossibilità per l’utenza di poter usufruire del servizio di emergenza presso il PTE per almeno dodici ore giornaliere dovendo necessariamente fare intervenire l’unica ambulanza che spesso è impegnata in altri interventi sull’isola. Il summenzionato Presidio (come un Pronto soccorso) è dotato di apparecchiature quali il Life-pack e di un Apparecchio ecografico di ultima generazione e ad esso afferiscono Medici dall’elevata professionalità (figure dall’elevato grado di addestramento specifico e pertanto non vicariabili da altri professionisti) che, ad oggi, hanno gestito appropriatamente le urgenze mediche garantendo, anche, la sopravvivenza dei pazienti critici che hanno fruito del servizio”.
“Inoltre, i summenzionati Medici operanti in loco, per questioni legate ai propri turni di lavoro e all’insularità, - evidenziano i sindaci - sarebbero comunque presenti 24 h presso la sede ma impossibilitati ad intervenire, quando necessario.
Le aree disagiatissime, come le isole minori e Salina in particolare, non dovrebbero mai essere oggetto di riduzione di nessun servizio, tantomeno quelli sanitari o relativi ai servizi di emergenza ed urgenza che si rivelano essenziali per la gestione delle emergenze urgenze e, talora, per la sopravvivenza dell’utente; al contrario dovrebbero essere rafforzate, al di là degli aspetti meramente numerici concentrandosi sulla qualità (ad oggi adeguata) ed importanza dei servizi offerti, come nel caso di specie.
Tale scelta di rimodulazione, se operata, comporterà inevitabilmente una riduzione e peggioramento del servizio di emergenze in un territorio definito “disagiatissimo”, privo (ad eccezione del PTE) di strutture ospedaliere, in cui risiedono circa 2.500 abitanti tutto l’anno, i quali vedranno ridotta in maniera drastica le necessità legate al “diritto alla Salute” e, segnatamente, la possibilità di essere garantiti e soccorsi adeguatamente in caso di emergenze e urgenze”.
“In ragione esposto – concludono - si chiede di voler preservare l’operatività attuale del PTE di Salina proprio in virtù della propria funzione sociale ed emergenziale che assume tale postazione in un tessuto disagiatissimo come risulta essere questo territorio insulare”.
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