Via libera dell’Aula della Camera al decreto legge sul Ponte dello Stretto. I voti a favore sono stati 182, i no 93, 1 astenuto. Il testo passa ora all’esame del Senato. «Ponte sullo Stretto, fiducia approvata dalla Camera. Dopo cinquant’anni di chiacchiere, si passa finalmente ai fatti per unire e modernizzare il Paese». Lo afferma Matteo Salvini su Twitter. Critiche severe arrivano in aula dal vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, durante la discussione sulla conversione in legge del decreto sul ponte. «La Tav Torino Lione e il ponte sullo Stretto sono opere ciclopiche e anacronistiche, figlie di un paradigma che dovremmo rovesciare completamente - ha detto Grimaldi - . Oggi tutti gli sforzi e gli investimenti infrastrutturali devono concentrarsi sul rafforzamento delle linee ferroviarie in quei territori drammaticamente carenti, sul ripristino delle tantissime linee cancellate nonostante il bisogno e sulla promozione della mobilità sostenibile e intermodale in tutte le città e in tutto il Paese. È tempo di chiudere la stagione delle grandi opere in calcestruzzo e simili. Invece ci viene proposto di bypassare ogni procedura a evidenza pubblica e riprendere la concessione con la società Stretto di Messina, senza alcuna chiarezza sui costi complessivi dell’opera e su come e dove saranno reperite le risorse - prosegue Grimaldi -. Si ripete come un mantra che il Ponte sarebbe atteso da decenni. Ma da chi? Certamente non dai siciliani, ma nemmeno da tutti e tutte coloro che quotidianamente si muovono con i treni lungo la nostra frammentata penisola. Questo governo è il peggior nemico dell’ambiente». «La Camera approva il dl Ponte sullo Stretto. Bene così. Adesso il testo passa a Palazzo Madama, e dopo l’ok del Senato ci sarà una decisa accelerazione. Progetto aggiornato e cronoprogramma dei lavori. Obiettivo: avere al più presto un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria». Lo scrive su Twitter Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia. Nel pomeriggio la Camera aveva già approvato la fiducia posta dal governo al decreto che definisce l’assetto della società Stretto di Messina Spa e che riavvia le attività di programmazione e progettazione. I sì erano stati 206, i no 124, gli astenuti 5. L’Aula di montecitorio esaminerà quindi i 59 ordini del giorno presentati.
Al via illustrazione degli ordini del giorno
L’Aula della Camera, dopo il sì alla fiducia al decreto sul Ponte di Messina, ha iniziato la fase dell’esame degli ordini del giorno, in tutto 59. Il governo, attraverso il sottosegretario Tullio Ferrante, sta esprimendo il parere a questi documenti di indirizzo, molti dei quali riguardano il coinvolgimento degli Enti locali il cui territorio verrà coinvolto dalla realizzazione del Ponte.
Rotelli: il provvedimento rispetta l'ecosistema
«Questo provvedimento non ha solo l’elemento di unire in maniera stabile la Sicilia alla Calabria, ma anche quello di creare un’aspettativa verso ciò che gli italiani hanno sempre fatto nella storia, ovvero le grandi opere. Nelle 85 audizioni fatte in commissione Ambiente e in commissione Trasporti abbiamo ritrovato che lo schema del Ponte di Messina viene venduto ed esportato in tutto il mondo dalle nostre migliori aziende costruttrici: abbiamo quindi un modello esportato ovunque che porta il nome di un’infrastruttura che in questa nazione non è ancora stata costruita. Le grandi opere infrastrutturali possono convivere con l’ambiente e devono rispettarlo. Questo decreto ha caratteristiche pragmatiche e al tempo stesso rispettose dell’ecosistema. Abbiamo fatto un grande lavoro, riprendendo in mano ciò che era stato accantonato, aggiornandolo, contestualizzandolo e rimettendolo in moto». Lo ha detto nell’Aula della Camera Mauro Rotelli, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Ambiente a Montecitorio, nella dichiarazione di voto sulla fiducia al decreto per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina.
Silvestri: i cittadini pagano la propaganda
«Già questo decreto verrà ricordato come il decreto degli sperperi, ma voi state superando il limite del buongusto. Destinate 7 milioni per organizzare delle passeggiate ai cantieri. Ma vi rendete conto di quanto sia offensivo spendere 7 milioni in questo modo quando con 22 si potrebbe completare la strada Sila-Mare in cui proprio la settimana scorsa è crollato un ponte? State dicendo ai cittadini: la nostra pubblicità e la nostra propaganda, la pagate voi. Vi abbiamo proposto di impegnare queste risorse per aiutare gli studenti siciliani e calabresi alle prese con costi di trasporto esorbitanti per raggiungere le università, ma ci avete detto di no». Così Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera, intervenendo in Aula.
Pd: spot elettorale, Salvini in difficoltà
«L'unica reale motivazione di questo decreto, che resuscita di fatto solo la vecchia Società costituita dall’ultimo governo Berlusconi per realizzare il Ponte, sono i possibili contenziosi che rischiano di arrivare ad un miliardo di euro. Dell’opera non c’è traccia: il governo ha già infatti ammesso che non c'è un progetto, non è stata quantificata la spesa e soprattutto non ci sono i finanziamenti. Quando la destra abbandonerà gli spot elettorali per affrontare con serietà il problema del gap infrastrutturale del Sud del paese saremo pronti a confrontarci». A dirlo è Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, intervenendo in Aula per la dichiarazioni di voto al provvedimento.
Wwf denuncia il +367% dei costi del Ponte rispetto al 2003
«Oggi il Governo in carica accetta, a scatola chiusa e senza fare alcuna seria verifica della sostenibilità economico-finanziaria dell’opera, un costo prudenziale del ponte stimato in 14,6 miliardi di euro (fonte DEF) il 367% in più di quanto previsto a suo tempo nell’offerta economica (3,9 miliardi di euro) presentata dal GC Eurolink in occasione della gara nel 2003». Sono questi i numeri che spiegano la posizione, espressa in un comunicato, del Wwf in merito alla fiducia di oggi sul Ponte sullo Stretto. «La fiducia a Montecitorio sul cosiddetto Decreto Ponte - si legge - non risolve i nodi di un’opera dai fortissimi impatti ambientali ed economici: mancano all’appello il Piano Economico Finanziario per dimostrare la redditività e l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina oltre che la valutazione di impatto ambientale per attestare la sostenibilità dell’intervento».