Alle isole Eolie nuova ordinanza per la movida notturna: stop alle discoteche alle 3,30 di notte e le attività di ballo potrebbero essere limitate ad alcuni giorni a settimana. L'ordinanza firmata dal sindaco del Comune di Lipari Riccardo Gullo, che con una serie di iniziative sta tentando di rendere l’Arcipelago più sostenibile, riguarda le discoteche, le sale da ballo e attività similari, con annessa attività di somministrazione di alimenti e bevande.
I locali potranno rimanere aperti dalle 20 alle 3.30 del giorno successivo. «La somministrazione di alimenti e bevande – spiega il sindaco Gullo nell’ordinanza - è consentita fino all’orario di chiusura dell’esercizio, con l’interruzione della vendita e della somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche dalle 3. La somministrazione non si può riprendere nelle tre ore successive».
Il primo cittadino eoliano che governa su sei delle sette isole Eolie, ha anche previsto di «poter di limitare l’apertura solo ad alcuni giorni della settimana». Ha anche precisato nella nuova ordinanza che «rispetto all’orario di chiusura, una tolleranza di 30 minuti affinché i gestori delle strutture si adoperino, sotto la propria vigilanza, nel far defluire gli avventori dal locale, permanendo in capo a loro l’obbligo di evitare e di impedire che, durante il deflusso, nelle immediate vicinanze del locale, si formino assembramenti stanziali, causa di disordini e schiamazzi, disturbo alla quiete pubblica e al riposo delle persone chiedendo, quando ne ricorrano i presupposti, compreso il pregiudizio per l’igiene pubblica, l’intervento delle forze dell’ordine».
Alle Eolie, soprattutto nel mese di agosto, le isole non dormono mai. La scorsa estate – in modo particolare – si registrò una invasione di turismo giovanile e addirittura di minorenni che arrivavano a gruppi di 10-15 unità tra ragazzini e ragazzine. A Canneto un garage fu affittato a 10 ragazzini a 10 euro a posto letto. Le nottate eoliane si caratterizzarono anche con risse a non finire tra gruppi di giovani per futili motivi, con continui interventi dei carabinieri, oltre che dell’ambulanza. Senza dimenticare le continue segnalazioni per stato di ubriachezza e anche per uso di sostanze stupefacenti.
Tra l’altro per i rumori molesti dopo la chiusura dei locali, ne risponde il comune. Lo ha chiarito la Corte di cassazione. È possibile portare in giudizio il comune per chiedere il risarcimento del danno e la cessazione dei rumori molesti che, soprattutto nei periodi estivi, salgono dalla strada dopo la chiusura dei locali, quando le persone si attardano sotto le abitazioni. La Corte di cassazione, ha accolto il ricorso di una coppia di coniugi che aveva agito contro il Comune di Brescia per le immissioni di rumore nella propria abitazione.
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