Si è svolto a Messina un evento organizzato dal comitato «Invece del ponte» a Capo Peloro. Il comitato - si legge in una nota - «ha dimostrato che la tutela dello Stretto e la promozione di uno sviluppo sostenibile per l’area dello Stretto supera steccati politici e fa incontrare persone e politica al di là delle appartenenze di schieramento». Il confronto è stato a più voci: presenti Giuseppe Provenzano, parlamentare del Pd, Fabio Granata, assessore alla cultura di Siracusa ed ex Presidente della Regione Siciliana, Barbara Floridia, senatrice del M5S e presidente della Vigilanza Rai, il costituzionalista e scrittore Michele Ainis, l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti. Provenzano - si legge nella nota - «ha denunciato che il si ideologico al ponte è l’unica idea per il sud di chi, invece, non ha mai avuto un progetto per il sud. Ha anche sottolineato come il ponte non abbia alcuna copertura finanziaria e drenerebbe risorse che invece servono per risolvere problemi drammatici che restano immutati da sempre». «Non tutti hanno un prezzo», ha esordito Fabio Granata ribadendo la sua assoluta contrarietà all’opera. Granata ha denunciato «le tante zone grigie ed una borghesia mafiosa attratta dal ricatto del ponte». Per la senatrice Floridia il ponte «non è sviluppo, è un affare, figlio di una volontà malsana e il territorio messinese sarebbe devastato». Successivamente Ainis ha ripreso i molti dubbi di costituzionalità riguardo l’iter seguito e sulla mancanza del dibattito pubblico e del coinvolgimento della popolazione. Un’opera in cui, come ha ribadito l’Anac, tutti i rischi sono a carico del pubblico e sono offesi i principi della concorrenza. L’ex Sindaco di Messina ha infine ribadito la necessità di tornare a mobilitarsi, «ripartendo dal basso, in difesa dello Stretto, un luogo che è madre di tutti noi».