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La pasionaria messinese arrestata in Venezuela, Grasso in contatto con Tajani: preoccupati per Rita Capriti

Originaria di Mirto è esponente del partito di opposizione Primero Justicia: è stata prelevata dalle autorità locali nella notte tra l’1 e il 2 agosto con l'accusa di «istigazione all'odio»

La deputata regionale di Forza Italia, Bernardette Grasso, nonché sindaco di Capri Leone, nel messinese ha espresso «profonda preoccupazione per la vicenda di Rita Capriti, cittadina italo-venezuelana - la cui famiglia è originaria di Mirto - arrestata il 2 agosto in Venezuela. Capriti, esponente del partito di opposizione «Primero Justicia», è stata prelevata dalle autorità locali nella notte tra l’1 e il 2 agosto e da allora è detenuta presso il Cicpc di Caña de Azucar, a Maracay».

Grasso ha mantenuto costanti contatti con la famiglia di Rita Capriti, in particolare con il fratello Tony, e ha informato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
«Il ministro mi ha assicurato la sua piena solidarietà a Rita e alla sua famiglia, garantendo che il Governo Italiano si attiverà con tutte le risorse diplomatiche a disposizione. Inoltre, la Console onoraria ha chiesto e tentato più volte di incontrare la connazionale ed è in attesa dell’autorizzazione. Sia gli uffici ministeriali che l’ambasciata e il consolato sono in contatto con i figli e daranno aggiornamenti costanti», dice Grasso.

La deputata si unisce alla preoccupazione della comunità per la situazione di Rita, sottolineando l’importanza di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini italiani all’estero. «Continuerò a seguire personalmente questa vicenda, in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri», ha concluso Grasso.

Sulla stessa lunghezza d’onda è il sindaco Mirto, Maurizio Zingales, il quale ribadisce «piena solidarietà alla prigioniera e vicinanza alla famiglia. Da Primo cittadino di Mirto e componente dell’assemblea nazionale del PD, mi attiverò affinché ci possa essere un epilogo positivo in favore di Rita Capriti».

Rita Capriti, di 50 anni è tra le centinaia di persone arrestate in Venezuela all'indomani delle proteste per le contestate elezioni del 28 luglio, che hanno attribuito una dubbia vittoria al presidente uscente, Nicolas Maduro.

La donna, nata nella città di Maracay da genitori emigrati dalla provincia di Messina, sarebbe stata portata via nella notte del 2 agosto dalla sua abitazione con l'accusa di «istigazione all'odio»: la notizia era stata resa nota sui social del partito di opposizione Primero Justicia, di cui Capriti è vicepresidente nello Stato di Aragua.

«Siamo molto preoccupati per la sua salute, ha bisogno di medicine, da ormai cinque giorni è chiusa in un commissariato e non sappiamo se verrà mandata in carcere o rilasciata", ha detto una parente, Maria Giovanna Sapone.
All'origine dell'arresto potrebbe esserci un video in cui Capriti invita la popolazione a votare «per la democrazia» e per porre «fine a 25 anni di un governo che ci ha solamente rovinati».

«In Venezuela ormai c'è un clima da guerra civile, la detenzione di Rita chiaramente è una forma di repressione politica», ha sottolineato Sapone, secondo cui a denunciare la cugina potrebbe essere stato un vicino simpatizzante del “chavismo” al potere

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