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Ponte sullo Stretto, il costo sale a 13,5 miliardi

Salvini al rendering del Ponte sullo Stretto

Sale a circa 13 miliardi e mezzo di euro il costo del Ponte sullo Stretto. A chiarirlo è l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, spiegando che «la cifra sulla quale abbiamo ragionato finora è 12 miliardi, che però non comprendeva gli aggiornamenti previsti dalla legge», quindi «crediamo che 13,5 miliardi sia il valore aggiornato da traguardare».

L’ad della Stretto di Messina ha fornito una panoramica sul progetto al convegno di Unioncamere: ‘Il Ponte sullo Stretto e l’impatto sociale, economico e ambientalè, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, la società guida il consorzio Eurolink, che dovrà realizzare il Ponte.

L’approvazione del progetto definitivo, da parte del Cipess, «arriverà a dicembre» ha confermato Salvini, sottolineando che l’opera creerà 120.000 posti di lavoro. Il 2025 sarà «l’anno della prima attività sul territorio», ha aggiunto Ciucci, e «prevediamo per il 2032 l’apertura al traffico del Ponte».
Salvini si è poi scagliato contro il fronte del No all’opera.

«Il Ponte sullo Stretto Stretto serve, stiamo navigando nella giusta direzione anche se qualcuno vuole che la barca affondi, c’è gente che vuole il male dell’Italia». «Tecnicamente non ci sono motivi ostativi» contro l’opera «ma in Italia si fa ideologia su tutto, anche sulle opere pubbliche. Ideologia sulla Torino-Lione, su una fermata dell’Av».

Ma il Ponte sarà «un moltiplicatore di sviluppo» e «quando sarà inaugurato non ci sarà più uno contrario», rassicura.

Sulla stessa linea l’ad di Webuid Salini: «Stiamo facendo il più grande investimento da Cavour ad oggi ma si discute di altro, siamo qui a giustificarci di continuo sul perché facciamo questa opera, che è la più bella al mondo, ci dobbiamo arrampicare perché c’è un mondo che è contrario, un mondo che impedisce a questo Paese di essere una potenza industriale». Ormai «sono tutti specialisti della sismica, geologi, laureati su Instagram», ironizza Salini, avvertendo che «se non si fa il Ponte è l’Italia che è sconfitta, il Paese perde una grande vetrina nel modo».

Secondo lo studio presentato al convegno di Unioncamere, e commissionato da Unioncamere Sicilia a Uniontrasporti e Openeconomics, il Ponte produrrà nel tempo «benefici economici e sociali ben superiori ai suoi costi». Infatti «già durante la fase cantieristica l’opera sarà in grado di apportare un contributo di 23,1 miliardi al Pil, creare 36.700 posti di lavoro stabili e alimentare con 10,3 miliardi complessivi di euro le entrate fiscali nelle casse dello Stato», sottolinea il rapporto.

Ma gli oppositori al Ponte replicano: «Quello che sta facendo Salvini con il ponte è vergognoso, non solo spendere oltre 14 miliardi di euro per un’opera discutibile, ma tenendo riservate le clausole sulle penali in caso di recesso dello Stato dal progetto», attacca il leader di Avs, Angelo Bonelli, da sempre in prima linea contro l’opera che critica la formazione del Cipess «nel quale non c’è nessun esperto di ponti come quello che si vorrebbe realizzare sullo stretto».

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