E' stato eseguito nel Policlinico universitario "G. Martino" di Messina un prelievo multiorgano che ha ridato speranza a sei pazienti grazie anche all'applicazione di una tecnica innovativa per preservare in particolare il cuore. Il donatore è stato un uomo di 53 anni di Milazzo che era stato ricoverato il giorno di Natale per una patologia cerebrale, che nel tesserino che portava sempre con sé aveva dichiarato la volontà di donare i propri organi dopo la morte. Gli sono stati prelevati: il fegato, trapiantato a Verona; un rene, trapiantato ad un paziente del Policlinico di Catania; il secondo rene è stato inviato al Policlinico di Roma. Il cuore è stato trasferito a Udine per un intervento in emergenza per un paziente ormai in fin di vita ed in questo caso è stata utilizzata una particolare attrezzatura che ha consentito all'organo di continuare a battere, andando oltre la prevista soglia delle due ore e permettendo il lungo trasferimento. Le cornee sono state prelevate dagli oculisti del Policlinico e inviate alla Banca degli occhi di Mestre. "Il nuovo anno - afferma il direttore generale del Policlinico Giuseppe Laganga - si apre sulla scia di quanto registrato negli ultimi mesi del 2019, quando l'inaugurazione del nuovo reparto di Rianimazione, intitolato a Nicholas Green, ha dato un forte impulso alle donazioni. Nel contempo abbiamo intensificato le azioni di promozione e le sinergie con associazioni di volontariato ed enti, proprio per implementare la cultura della donazione. I risultati si sono visti immediatamente, tanto che da ottobre scorso si sono registrati 10 accertamenti e 5 donazioni multiorgano, sostanzialmente raddoppiando i dati dei primi 9 mesi del 2019".