MESSINA. Cambiare legalmente sesso senza intervento chirurgico. E' successo a novembre a Messina dove il tribunale ha concesso a una ragazza di 21 anni la modifica del nome e della dicitura "studente" sulla sua carta di identità. Un cambiamento importante da un punto di vista legale, già presente in molti paesi europei, che permette a tutti coloro che soffrono di disforia di genere, che non si riconoscono cioè nel loro sesso di nascita.
La sua storia - emersa da un'inchiesta sul terzo genere pubblicata dal Corriere della Sera - è solo una delle 50 mila che esistono in Italia. Questo caso però è il primo che ha ottenuto il cambio legale in nome del solo «diritto a una diversa identità di genere» sconnessa dal sesso biologico. Finora, infatti, solo tre Tribunali - Roma, Rovereto e Siena -avevano garantito il cambio di sesso senza operazione, ma solo per motivi di salute.
La stessa richiesta era stata rifiutata ad esempio dal tribunale di Vercelli che aveva respinto il ricorso di una ricercatrice di 47 anni. Nel suo caso i giudici hanno chiesto alla Consulta di verificare se «l' imposizione di un determinato trattamento medico non costituisca «una grave e inammissibile limitazione al riconoscimento del diritto all' identità di genere».
La sentenza di Messina sostiene invece che esiste un «diritto a una diversa identità di genere» e che «non si può prestare attenzione esclusivamente alla componente biologica». Per il giudice siciliano infatti «il fenomeno della transessualità nella società contemporanea è profondamente mutato» e «con l' ausilio delle terapie ormonali e della chirurgia estetica, la fissazione della propria identità di genere spesso prescinde temporaneamente o definitivamente dalla modificazione chirurgica dei caratteri sessuali primari».
Caricamento commenti
Commenta la notizia