PALERMO. Curiosa scoperta a Fiumedinisi, nel Messinese, dove è stato ritrovato un esemplare di Biscia d’acqua. Una scoperta, di certo, normale se non fosse che il rettile era lungo circa 1 metro e 75 centimetri. Un avvenimento abbastanza raro che ha attirato l’attenzione del gruppo di ricerca Reptile Hunter: «Siamo rimasti stupiti da questa dimensione – racconta Anonino Marcianò, responsabile del gruppo –. Eravamo insieme al nostro amico, Carmelo Batti, e abbiamo subito osservato che era una Natrix natrix ben diversa dalle classiche bisce d’acqua, che generalmente raggiungono la lunghezza di circa 120 centimetri». La Natrix natrix, chiamata anche Biscia dal collare, è stata immediatamente rilasciata in natura sui Peloritani. Si suppone che l’esemplare abbia raggiunto questa grandezza per via dell’ambiente mite e scarsamente antropizzato che offre questa zona dei Peloritani, dove la fauna non viene minacciata. «La Biscia d’acqua è una specie che, spesso, non raggiunge questa lunghezza perché viene uccisa in giovane età dall’uomo, che teme per la propria incolumità prosegue Marcianò – L’uomo, in realtà, quando si trova di fronte a questi esemplari, dovrebbe esclusivamente lasciarli in pace, dal momento che sono innocui. Inoltre, distinguerla da rettili pericolosi, come la Vipera, è molto semplice: mentre la Natrix natrix nel Mezzogiorno assume una colorazione grigia di fondo con pattern nero e, saltuariamente, può trovarsi melanica, la Vipera è molto più corta e tozza. Ha un aspetto goffo e la coda sembra essere nettamente separata dal resto del corpo, visto che è molto più sottile. Non presenta una morfologia perfettamente simmetrica. Un’ulteriore distinzione, poi, è possibile individuarla dalla testa triangolare e massiccia, e dalla pupilla, che non è rotonda ma ellittica, come quella dei gatti. Al contrario delle bisce, inoltre, raggiunge i 70 cm e ama le zone aride esposte al sole». La Natrix natrix, invece, preferisce ambienti come corsi d’acqua, acquitrini e fiumi. Si nutre esclusivamente di anfibi e pesci ed è protetta dalla convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa. La biscia dal collare presenta, in genere, una colorazione verde scuro o marrone con un «collare» giallo dietro la testa dal quale deriva il nome. Sono esemplari con una spiccata dote natatoria e vanno in letargo in inverno. Poco dopo il loro risveglio, cominciano l’accoppiamento nei mesi di aprile e maggio. Una curiosa caratteristica della specie è la sua «Tanotosi». Il termine deriva dal greco «thanatos», che vuol dire morte e, infatti, la biscia d’acqua simula di essere morta, capovolgendosi a pancia in aria ed emettendo un liquido maleodorante. La Tanatosi viene utilizzata dalla Natrix natrix per tutelarsi da eventuali predatori, come i rapaci diurni. Alla specie, inoltre, è legata la leggenda della «Culofia», che rappresenterebbe una creatura mitica con una grossa corazza e squame luminose. La leggenda narra che la biscia, che rimane nascosta per sette anni, si trasformi in «Biddrina», un rettile di enormi dimensioni che si cela nelle paludi e nelle fonti. Tra le ragioni che spiegherebbero la nascita di questa leggenda c’era quella di evitare che i bambini potessero fare il bagno negli stagni paludosi con il rischio di annegare. Si nutre esclusivamente di anfibi e pesci e preferisce vivere vicino a fiumi o piccoli corsi d’acqua Gli esperti: «Non è pericolosa per l’uomo, ma viene spesso uccisa proprio per la paura che incute».