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Stromboli, un nuovo studio aiuta a evidenziare per tempo le attività anomale

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dell’Observatorio Geofìsico Central dell’Instituto Geogràfico Nacional della Spagna ha studiato a posteriori i dati sismici ed i segnali registrati da un dilatometro da pozzo installato sull'isola di Stromboli riferiti all’eruzione dell’estate 2019. Dai risultati della ricerca - 'Geophysical precursors of the July-August 2019 paroxysmal eruptive phase and their implications for Stromboli volcano (Italy) monitoring', appena pubblicata su Scientific Reports - si sono evidenziate delle variazioni del sistema vulcanico a partire da circa un mese prima dell’evento del 3 luglio dello scorso anno.

Nell’analisi dei dati del dilatometro, applicando un opportuno algoritmo per il riconoscimento di transienti nelle serie temporali, i ricercatori hanno evidenziato una variazione del segnale 10 minuti prima del parossismo del 3 luglio e 7,5 minuti prima del parossismo del successivo 28 agosto.

«Il condotto del vulcano Stromboli è occupato nella parte più superficiale da magma povero in gas e ricco in cristalli, mentre nella parte più profonda da magma ricco in gas ma povero in cristalli. Durante le normali esplosioni stromboliane viene espulso il magma superficiale, di colore nero, mentre il magma più profondo riempie il condotto in risalita», spiega Giovanni Macedonio, fisico dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv e coautore della ricerca.

«Il magma ricco in gas e povero in cristalli viene emesso durante i parossismi. Questo è il motivo per cui è generalmente riconosciuto che le esplosioni parossistiche sono innescate dalla rapida risalita di questo magma da una zona situata a 5-10 km di profondità. La sua rapida ascesa provoca inflazione e oscillazione del condotto superiore», continua la vulcanologa Sonia Calvari, dell’Osservatorio Etneo dell’Ingv e coautrice dello studio.

«I nuovi parametri calcolati dai dati sismici registrati dalle nostre reti di monitoraggio potranno, in futuro, aiutare ad evidenziare fasi di attività sismica anomala che possono precedere di settimane l’attività parossistica. Inoltre, l’algoritmo applicato per l’analisi dei dati dilatometrici può contribuire a realizzare un sistema di allerta precoce in grado di dare un preavviso nel breve termine prima di un’esplosione parossistica», conclude Flora Giudicepietro, vulcanologa dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e primo autore della ricerca.

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