Sono trascorsi ben 80 anni dall’affondamento del piroscafo «Santa Marina» silurato da un sommergibile inglese il 9 maggio 1943. La ricorrenza della più grande tragedia nel mare delle Eolie è ancora viva per la perdita di 62 persone. Il tragico evento si ricorda a Salina con una messa voluta dal sindaco Domenico Arabia e a Lipari con il transfert organizzato dalla giunta Gullo che a bordo del veliero «Sigismondo» si recherà al largo di Vulcano per depositare in mare una corona di fiori. Il piroscafo al comando di Onofrio Basile era partito da Lipari diretto a Milazzo. A bordo circa 200 passeggeri, per lo più ragazzi che dovevano recarsi ai distretti militari per la visita di leva.
Per rendere il dramma vissuto da quanti erano a bordo del piroscafo riportiamo in esclusiva la deposizione fatta al comandante della Capitaneria di Porto il 10 Maggio 1943 dal capo fuochista Angelo Natoli, che miracolosamente si salvò e conservata preziosamente dal figlio, Aldo, geometra eoliano: «Partiti da Marina Corta alle ore 15,10 diretti a Milazzo, con navigazione tranquilla, verso le 15,45, mentre mi trovavo all’ingresso della cabina del radiotelegrafista, ho sentito un forte scoppio per uno o due siluri lanciati da un sommergibile nemico sul lato sinistro della nave... Con lo scoppio, il ponte di comando è saltato in aria con il comandante ed il personale di servizio, i relitti, ed anche un uomo, sono stati visti cadere in mare».
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