«Occhio: enormi e urticanti Vermi cane! Tanti, tantissimi e molto molto a riva. Addirittura spiaggiati ma ancora vivi!». L’allarme lo ha lanciato la signora Deborah Natoli rimasta impressionata dalla massiccia presenza di vermocane sulla spiaggia di Canneto, la più popolare di Lipari. «C’è il pieno fino alla battigia – aggiunge Francesco Mandarano – e tutta la baia è stata raggiunta». Con il cambiamento climatico è Sos vermocane anche nella maggiore isola delle Eolie. Si tratta di veri e propri vermi marini, conosciuti anche come vermi del fuoco, carnivori e voraci, dall'aspetto colorato ma con migliaia di aculei urticanti. Non hanno nemici e se vengono spezzati in due hanno la capacità di rigenerarsi. Rappresentano una minaccia per l'ecosistema marino, soprattutto per le riserve naturali, per i coralli, e per il lavoro dei pescatori. I biologi del laboratorio dell'Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) attivo a Panarea e a Milazzo, li stanno studiando perché oltre a rappresentare un pericolo per tutti gli animali lo sono in realtà anche per l'uomo: frequenti le ferite per i pescatori, che spesso sono costretti a ricorrere al cortisone. I vermocane possono anche raggiungere scogli e spiagge e per questo è in atto una campagna di informazione per allertare i bagnanti sui possibili danni. Sul vermocane c’è stata anche la campagna mare di di Greenpeace Italia. «Il Mediterraneo sta pagando un prezzo elevato per l’effetto dei cambiamenti climatici: diventa sempre più povero con grandi stravolgimenti della sua biodiversità – ha dichiarato Valentina di Miccoli, che segue la campagna Mare di Greenpeace Italia -. come dimostra il nostro progetto “Mare Caldo”, laddove esistono misure efficaci di tutela delle nostre acque queste resistono meglio agli impatti della crisi climatica, di cui la diffusione di specie come il vermocane è una delle prove più evidenti. Per questo abbiamo bisogno di aumentare la rete di aree marine protette in Italia». Foto notiziarioeolie.it