Un’intesa nube di cenere lavica e materiale piroclatisco si è alzata a Stromboli dalla sciara del fuoco. Secondo i primi rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Osservatorio etneo di Catania potrebbe essere stata causata dalla presenza di una valanga di detriti in quella parte dell’edificio vulcanico che sarebbe collassata. Dalle immagini della telecamera termica dell’Ingv emerge la presenza di un trabocco lavico nella parte sommitale dello Stromboli. L'Osservatorio Etneo dell'Ingv comunica che le reti di monitoraggio hanno registrato l'attività alle 16.44. Il tutto a seguito della ripresa dell'attività stromboliana, caratterizzata da lancio di lapilli incandescenti, che hanno innalzato in cielo un polverone chilometrico che ha anche coperto parte della montagna. «In questo periodo - precisano i vulcanologi nell’ultimo bollettino pubblicato - è stata osservata una attività stromboliana con attività di spattering ed un trabocco lavico dall’area settentrionale. La frequenza oraria totale si è attestata su valori alti (17-24 eventi/h). L’intensità delle esplosioni è stata variabile da bassa ad alta all’area craterica nord e da bassa a media all’area craterica nel centro sud». Attualmente la scalata sulla montagna è autorizzata a 290 metri, ma le guide si sono rifiutate perché non sono state coinvolte nella riunione degli esperti da cui poi il sindaco Riccardo Gullo ha emesso la nuova ordinanza. In un successivo comunicato l'Ingv spiega che è stata osservata una repentina intensificazione dell'attività di spattering a carico dell'area craterica nord che ha prodotto un flusso di materiale incandescente che si è rapidamente propagato lungo la sciara del fuoco, raggiungendo la linea di costa e propagandosi in mare. video notiziarioeolie.it